Il Tribunale messinese ha deciso che il fallimento della Caleca Italia srl sarà oggetto di un processo penale. Alla sbarra andranno, oltre Gaetano Caleca, anche la moglie Rossana Alessandra Giacalone, Rolando Bencini e Maria Giuseppe Scarpulla. Secondo i pm avrebbero distratto risorse societarie, ritardandone il fallimento
Patti, rinvio a giudizio per l’imprenditore Caleca È accusato di bancarotta con altre tre persone
Il fallimento della Caleca Italia srl sarà oggetto di un processo penale. A stabilirlo è stato il Tribunale di Patti, che ha rinviato a giudizio quattro persone con l’accusa bancarotta fraudolenta per distrazione e bancarotta societaria. Destinatari dell’ordinanza l’imprenditore Gaetano Caleca, la moglie Rossana Alessandra Giacalone, Rolando Bencini e Maria Giuseppe Scarpulla. Secondo la magistratura, i vertici della Caleca Italia – al momento attiva come Ceramiche del Tirreno srl – avrebbero distratto risorse dal patrimonio societario, attraverso la vendita di un ramo d’azienda a un prezzo più basso di quello di mercato e falsando i bilanci.
Ciò avrebbe di fatto portato al dissesto dell’azienda, ritardandone la dichiarazione di fallimento. A indagare sulla vicenda è stata la guardia di finanza, coordinata dalla procuratrice capo di Patti, Rosa Raffa, notificando ai coniugi Caleca il divieto per un anno di guidare, in forma diretta o indiretta, imprese assumendone qualsiasi carica. L’inchiesta ha portato a ipotizzare che il comportamento di Caleca e soci sarebbe stato volto a nascondere le effettive perdite, causando un danno ai creditori, ai quali veniva mostrata una situazione finanziaria migliore di quella reale. Le perdite sono state stimate in oltre sei milioni di euro. Per Bencini e Scarpulla, invece, l’accusa è quella di avere operato in concorso con i titolari alla distrazione di beni. La prima udienza è prevista per l’8 luglio.