Dalla conferenza dei servizi di ieri, che dovrà decidere le sorti dell'impianto Valanghe d'inverno, emerge uno scontro tra le parti. Per la Regione l'iter è di rinnovo dei permessi del 2009. Secondo i difensori il punto di partenza è l'autorizzazione sospesa nel 2014. E gli avvocati attaccano le posizioni dei due Comuni
Discarica, i legali della Oikos contro la Regione «Fuori Misterbianco, no di Motta è immotivato»
Una riunione dai toni accesi. Protagonisti gli avvocati difensori della Oikos, ditta proprietaria della discarica in contrada Valanghe d’inverno a Motta Sant’Anastasia, chiamati nella sede palermitana dell’assessorato all’Energia per rappresentare la società. Argomento della conferenza dei servizi era il rinnovo dell’autorizzazione ritirata dalla Regione a luglio 2014, pochi giorni dopo la chiusura dell’inchiesta Terra mia che ha portato all’arresto anche del proprietario della Oikos, Domenico Proto, e al commissariamento.
La procedura si è aperta dopo la sentenza del Cga di gennaio che ha sospeso in via cautelare il provvedimento di ritiro dell’autorizzazione. A cui era seguita la chiusura della discarica prevista per giugno 2015, al raggiungimento di 240mila metri cubi di spazzatura e dopo una copertura provvisoria per «isolare la massa di rifiuti in corso di assestamento». Chiusura scavalcata dalle proroghe imposte dal presidente della Regione Rosario Crocetta. Quello iniziato ieri, dunque, è l’iter per il rinnovo dell’autorizzazione concessa nel 2009. E ad apertura dei lavori emerge come né la Regione né gli altri enti coinvolti abbiano ricevuto i documenti richiesti, ma quelli relativi allo stato dell’impianto nel 2013.
Di parere opposto i legali della Oikos, che si lanciano nella difesa dell’azienda con toni che ricordano la lettera dell’amministratore delegato giunta la scorsa settimana. Il punto di partenza, sostengono, deve essere considerato il via libera all’abbancamento del 2009, sospeso poi nel 2014. E, nonostante il Cga abbia dato parere favorevole, l’azienda si dice disponibile «all’eventuale aggiornamento tecnico dei progetti». La tensione al sesto piano del palazzo sale ulteriormente quando il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo – convocato perché il Comune è territorialmente vicino alla discarica, ma senza possibilità di dare parere – precisa che la Oikos ha subito un’interdittiva antimafia «per la quale non è titolata a presentare richieste». Di contro, gli avvocati dell’azienda chiedono seccamente «l’estromissione del Comune di Misterbianco».
L’attenzione si sposta poi su Motta, il cui primo cittadino Anastasio Carrà ha presentato un parere sfavorevole alla concessione delle autorizzazioni, come chiesto anche dal consiglio comunale all’unanimità. La società di via Verdi attacca, dicendo che «il dissenso del sindaco del Comune di Motta è privo di alcuna motivazione». A mancare sarebbero le condizioni stabilite dalla legge e cioè «il riferimento alle esigenze sanitarie o l’indicazione di prescrizioni per superare le eventuali criticità», spiegano i legali. Un parere «in radicale contraddizione con quello rilasciato nel corso del precedente procedimento per il rinnovo, nonostante non sia cambiato niente», rincarano gli avvocati.
Il verbale contiene infine un passaggio che sembra diretto ai comitati No discarica e alla commissione consiliare mottese, che ha avviato una serie di consultazioni con i medici delle aree coinvolte. «Uno studio epidemiologico condotto dalla pubblica amministrazione sanitaria competente, che ci riserviamo di produrre, ha escluso qualsiasi incidenza della discarica sulla salute pubblica», annunciano gli avvocati. Che concludono: «Nessun altro studio oggi è stato presentato e il consiglio comunale di Motta si limita a indicare un “disagio della popolazione“».
Il muro contro muro si chiude con la richiesta del dipartimento regionale di attendere fino al pronunciamento del Cga su un altro dei punti in questione, quello relativo alla destinazione urbanistica di contrada Valanghe d’inverno. Solo allora sarà possibile sciogliere il nodo amministrativo e, quando Oikos presenterà la nuova documentazione per permettere anche agli altri enti di esprimersi, avere la certezza che l’autorizzazione potrà essere rinnovata. Nel frattempo, inoltre, altri giudici si dovranno esprimere sul commissariamento della società dei Proto.