Dai racconti di una delle donne del finto centro massaggi è emerso il dramma dello sfruttamento. Era costretta a lavorare per dodici ore al giorno con la promessa di una paga pari a mille euro mensili, che non le sarebbero mai stati mai corrisposti. Guarda il video
Via Anselmi, prostitute con la tessera a punti Chiusa casa a luci rosse, coniugi denunciati
Ogni dieci prestazioni una in omaggio. Così si tenevano stretti i clienti i gestori di una casa a luci rosse, spacciata per un centro massaggi. La polizia, oltre a mettere i sigilli al locale, ha anche denunciato una coppia di coniugi cinesi per sfruttamento della prostituzione. Avevano ideato una sorta di tessera a punti che veniva proposta insieme al tariffario, con prezzi che potevano raggiungere anche i 100 euro.
La coppia, insieme ai figli di 7 e 11 anni, viveva nella casa usata per gli appuntamenti hard. Nell’abitazione era arrivata da poco anche una connazionale dei coniugi, sin da subito avviata alla prostituzione. La donna ha raccontato che insieme a lei c’erano altre due lucciole di cui non conosceva il nome: a loro veniva imposto di non parlare ma di occuparsi soltanto dei clienti. Una vita da schiave. Dai racconti della donna è emerso il dramma dello sfruttamento: era costretta a lavorare per dodici ore al giorno con la promessa di una paga pari a mille euro mensili, che non le sarebbero mai stati mai corrisposti.
All’interno del locale di via Anselmi gli agenti hanno trovato alcuni documenti intestati a italiani e sei apparecchi cellulari con relative sim card, sui quali sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi.