Un regalo da 120 euro a testa che i palermitani avranno in premio se il consiglio comunale darà il via libera al contratto di servizio con Amat. Già l'ex primo cittadino Cammarata aveva percorso la strada, arrendendosi al Tar. Tra quelli che proveranno a sbarrare il passo al sindaco c'è anche il consigliere democratico
Il traffico, le Ztl e il colpaccio del sindaco Orlando Leonardi: «Non risolve il problema della mobilità»
Tra le cose che non sono riuscite a Diego Cammarata e che Orlando sta portando avanti ci sono le Ztl. Un regalo da 120 euro a testa che i palermitani avranno in premio se il consiglio comunale darà il via libera all’accordo con l’Amat, braccio armato, leggermente difettoso, della mobilità urbana palermitana. L’ex sindaco forzista di Palermo si dovette arrendere al Tar, Orlando, uno che il “sindaco lo sa fare”, anche per la mancanza a volte di ostacoli che incontra sulla sua strada, prova a metter a segno il colpaccio. I consiglieri Angelo Figuccia di Forza Italia, e Luisa La Colla, del Partito Democratico nei giorni scorsi hanno annunciato una class action contro le Ztl per evitare che ancora una volta che «i palermitani vengano duramente colpiti da una nuova tassa».
Ma tra quelli che proveranno a sbarrare la strada alla delibera del contratto di servizio in calendario la prossima settimana c’è il vice capogruppo del Pd in consiglio comunale, Sandro Leonardi. «Creare una ztl molto vasta che abbraccia il centro storico, da via Roma sino a via Notarbartolo – dice a MeridioNews – è sbagliato in assenza di una serie di servizi che ne consentano un opportuno utilizzo. Senza contare che ci saranno 53 linee in meno e ne salteranno altre che non saranno più servite». Insomma, una idea potenzialmente valida realizzata secondo uno schema, che come quello del tram, ricorda un’improvvisazione nuova e per certi aspetti sorprendente nell’algebra amministrativa del nuovo vecchio sindaco di Palermo. «Credo che, fuori dalle visioni di parte e dalle singole posizioni, occorre dire che la zona a traffico limitata non risolve il problema della mobilità a Palermo, senza contare l’onere economico. Manca ancora, peraltro, l’aggiornamento del Piano generale del traffico urbano, previsto ogni due anni, al cui interno non era previsto il tram».
Il confronto adesso passerà dal consiglio comunale, luogo in cui, incidenti di percorso fisiologici a parte, la sede del dibattito pare ampiamente definita. Su questo il consigliere faraoniano ha idee molto chiare: «Si tratta di una di quelle vicende in cui le opposizioni possono fare il proprio lavoro senza limitarsi a timbrare il cartellino. Si può incidere in sostanza». Quale Palermo si prepara, dunque, tra bike sharing, tram da collaudare in tempi rapidi (anche per ragioni di certificazione di fondi europei) e ztl? La misura, con la circolazione a pagamento per i residenti di auto più inquinanti di altre, si presta a valutazioni opinabili. Quello che rimane un fatto certo e oggettivo è la difficoltà dei palermitani a spostarsi tra cantieri e opere parziali, con l’abilità del sindaco palermitano a smarcarsi dalle responsabilità di gestione, e una assemblea consiliare che in alcuni casi appare priva di tempi di reazione e forza sufficiente a contrastarlo.