Ci sarebbero questioni di pubblica incolumità dietro alla decisione di interdire il passaggio di via Carramba e via De Pasquale. «L'urbanistica partecipata si applichi anche su fatti del genere», attacca il Comitato dei cittadini attivi. «Per le emergenze non dobbiamo chiedere pareri», replica l'assessore Salvo Di Salvo
San Berillo, Comune chiude due vie «pericolose» Il comitato: «Cittadini lo hanno scoperto per caso»
«Tra l’apertura di famigerate strade degli artisti insieme a presunti prestanome della mafia e la chiusura di traverse pubbliche non esiste una via di mezzo?». La provocazione nei confronti dell’amministrazione comunale è del Comitato cittadini attivi San Berillo e scatta in seguito all’improvvisa chiusura di via Carramba e via Carmelo De Pasquale, pochi giorni fa. Le due strade si trovano nel cuore del vecchio rione a luci rosse, protagonista negli ultimi anni di iniziative di conservazione e valorizzazione a opera del comitato dei residenti. Un processo al quale prende parte anche il Comune, che istituisce La Fabbrica del decoro «in cui si fregia spesso di applicare programmi di urbanistica partecipata con le associazioni», dice il portavoce del gruppo Roberto Ferlito. Che attacca: «Forse quel principio vale solo per le passerelle e non per azioni come la chiusura di due importanti passaggi pedonali di cui i residenti non sono stati informati».
«L’ente ha agito in una circostanza straordinaria di emergenza perché in via Carramba c’è un edificio pericolante, peraltro abusivamente occupato da persone che praticano la prostituzione», replica l’assessore all’Urbanista Salvo Di Salvo. Che sottolinea come la responsabilità della chiusura di via De Pasquale sia invece solo dell’ufficio tecnico urbano. Motivo per cui «ho indetto una conferenza dei servizi per avere contezza dell’atto», prosegue l’esponente della giunta di Enzo Bianco. «Questioni di pubblica incolumità anche per la seconda via», dichiara a MeridioNews il dirigente del corpo di polizia municipale Pietro Belfiore.
La motivazione è anche nella determina dirigenziale – firmata da Belfiore – che formalizza l’interdizione al passaggio pedonale di entrambe le strade. L’atto risale al 15 settembre, anticipato da una nota emessa l’11 agosto dall’assessore Di Salvo. «Ci sono rischi reali sulla pericolosità di alcuni edifici all’interno dei quali si annidano attività illecite che preoccupano l’amministrazione», aggiunge il titolare al ramo Urbanistica. Resta «il mancato coinvolgimento dei cittadini. Magari avremmo potuto dialogare e decidere insieme che le strade andavano chiuse», azzarda un’ipotesi Ferlito. «La sicurezza è di competenza dell’amministrazione e non penso che per le emergenze dobbiamo chiedere il parere dei comitati», continua l’assessore. «Se non avessimo agito in questo modo e poi sarebbe crollato qualche edificio saremmo stati responsabili», aggiunge il dirigente Belfiore.
Nel frattempo sono molti i cittadini che chiedono la riapertura dei due tratti del centro storico. «Non è chiudendo le strade che si risolvono i problemi. Anzi, le si trasformano in ricovero per i senzatetto o altro, aggiungendo degrado al degrado», interviene il consigliere della I municipalità Davide Ruffino. Entra nel merito della questione anche l’associazione
Trame di quartiere, recentemente vincitrice del concorso di idee Boom Polmoni Urbani, e impegnata nella realizzazione di un progetto – di cui il Comune è partner – di rigenerazione sociale e urbana proprio a San Berillo.
«Un intervento del genere trasformerà fisicamente il rione e potrà avere delle conseguenze anche sul piano sociale, limitando fortemente le nostre azioni progettuali», scrive l’associazione in una lettera aperta indirizzata a Di Salvo. «La collaborazione e la cooperazione sono ingredienti imprescindibili per poter creare un valore sociale e ci auguriamo che tale approccio sia tenuto in considerazione dal Comune», si legge nella nota. Il fine è l’apertura di un dialogo con l’ente e il blocco dell’ordinanza di chiusura delle due strade, obiettivo al quale punta anche il Comitato dei cittadini attivi.