Minacce, violenze e furti. Tutto per costringere il titolare di un'azienda edile di Belpasso a eseguire gratis dei lavori di ristrutturazione in un'abitazione. La casa in questione è quella di Carmelo Occhione, accusato di fare parte del triumvirato che ha retto la famiglia mafiosa durante la latitanza di Sebastiano Mazzei. La vittima, però, ha denunciato tutto. Guarda il video
Arrestati tre presunti affiliati al clan Mazzei Presi grazie alla denuncia di un imprenditore
Avrebbe subito minacce e violenze per eseguire gratuitamente lavori di ristrutturazioni per ottomila euro in un’abitazione di un popolare quartiere di Catania. Un imprenditore edile di Belpasso ha deciso di denunciare i suoi presunti estorsori, portando all’arresto di tre uomini accusati di essere affiliati al clan Mazzei. Si tratta di Carmelo Occhione (51 anni, già nel carcere di Bicocca per un altro reato), Carmelo Grasso (42 anni) e Giovanni Tomaselli (33 anni); per loro le accuse sono di estorsione e rapina con l’aggravante di avvalersi del metodo mafioso.
Le indagini sono partite dai carabinieri di Paternò dopo la testimonianza della vittima e coordinate successivamente dalla Direzione distrettuale antimafia. Al centro della vicenda, la ristrutturazione di casa di Carmelo Occhione. L’uomo è accusato di fare parte del triumvirato – con Sergio Gandolfo e Gioacchino Intravaia – che ha retto le fila della famiglia durante la latitanza di Sebastiano Mazzei. A lui sarebbero spettati compiti operativi e cura dei rapporti con gli altri clan etnei.
Secondo gli inquirenti Occhione, Tomaselli e Grasso sarebbero andati più volte nell’azienda della vittima per minacciarlo. In un’occasione gli sarebbe stato rubato un furgone utilizzato per le attività della ditta; successivamente avrebbe subito anche il furto di un’auto, restituita solo dopo il pagamento di duemila euro.