Dopo la bufera che ha travolto la sezione Misure di prevenzione del Tribunale, arrivano in città gli uomini inviati dal guardasigilli. Raccoglieranno informazioni e documenti. Una decisione che l'esponente del governo Renzi aveva già preso all'indomani dello scandalo
Caso Saguto, ispettori ministero a Palermo Orlando: «Attendiamo risultanze attività»
Raccoglieranno informazioni e documenti. Dopo la bufera che ha travolto il Tribunale di Palermo con l’inchiesta della Procura di Caltanissetta sulla gestione dei beni confiscati, sono arrivati oggi in città gli ispettori del ministero della Giustizia. Ad annunciarlo è stato il guardasigilli Andrea Orlando, a margine di un incontro alla Procura nazionale antimafia. Il ministro, che ha spiegato di aver preso la decisione nell’immediatezza dei fatti, spiega: «Attendiamo le risultanze di quest’attività che entra nel vivo oggi».
Proprio ieri, intanto, la Prima commissione del Csm ha avviato la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale nei confronti di cinque toghe di Palermo: Silvana Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione, dimessasi dopo la notizia dell’indagine, Tommaso Virga, già consigliere del Csm, il pm Dario Scaletta, e i giudici Lorenzo Chiaramonte e Fabio Licata. Una questione, quella della gestione dei beni sequestrati e confiscati a Cosa nostra su cui il Governo è già intervenuto, varando in Consiglio dei ministri a luglio lo schema di un provvedimento per «disciplinare i compensi agli amministratori dei beni confiscati».
Un provvedimento che incassa il giudizio positivo del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. «Se fosse stato già in vigore questo decreto che obbliga alla rotazione degli incarichi non avremmo avuto quel cumulo di cariche che si è prodotto a Palermo»