Alfonso Cicero si dimette da commissario Irsap «Io minacciato, da Crocetta assordante silenzio»

Alfonso Cicero rifiuta con una lettera la nomina di commissario straordinario dell’Irsap, l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, decretata ieri dalla giunta regionale. La decisione del governatore Rosario Crocetta è arrivata dopo oltre due mesi di stallo che avevano portato lo stesso Cicero a esprimere preoccupazione per la sua incolumità. Dubbi che adesso l’ex commissario ribadisce, accusando il presidente di «assordante silenzio» che ha «contribuito al suo isolamento». «La mia incolumità – scrive Cicero – è stata più volte messa a rischio da plurime minacce di morte e gravissime azioni intimidatorie che hanno colpito la mia famiglia e i miei più stretti collaboratori». 

Cicero è stato prima commissario e poi, a partire dal 2013, presidente dell’Irsap. Nel corso della sua attività ha denunciato il malaffare che si sarebbe celato dietro la gestione dei consorzi Asi. In particolare quello di Palermo, con incarichi e consulenze affidati senza gare pubbliche e affitti non riscossi da soggetti in odor di mafia. «Con la trasmissione di copiosi atti, diversi segretati – attacca Cicero nella lettera indirizzata a Crocetta – le è stata resa ben nota l’estesa attività istituzionale posta in essere dal sottoscritto nelle aree industriali della Sicilia e l’indispensabile azione contro i sistemi politico affaristico mafiosi che per anni hanno gestito nell’ombra e indisturbati ingenti interessi economici. Un’azione condotta senza sosta, sacrificando famiglia, salute e tanto altro nell’esclusivo interesse della Regione Sicilia».

Cicero è uomo di Confindustria Sicilia, a lungo ritenuto tra i più fidati del presidente Antonello Montante, che sarebbe indagato per mafia dalle procure di Caltanissetta e Catania. Ma i rapporti tra i due si sarebbero fortemente incrinati. È quanto ha denunciato ieri in un’intervista a Repubblica, un altro confidustriale, Marco Venturi, che ha parlato del «doppio gioco di chi sostiene una certa azione, il risultato però è che con i fatti favorisce interessi di mafia». E, sottolineando l’azione legalitaria di Cicero, ha aggiunto: «Non è mai piaciuta, nonostante le dichiarazioni di circostanza, al presidente di Confindustria Sicilia Montante. Montante ha sempre tentato di utilizzare per i suoi scopi l’opera di pulizia di Cicero, nell’ombra ha sempre cercato di neutralizzarlo anche se consapevole degli altissimi rischi che corre. Chi non vuole Cicero oggi in Sicilia lo sta trasformando in un bersaglio facile».

Poche ore dopo questa intervista è arrivata la nomina a commissario straordinario da parte di Crocetta, respinta da Cicero, che attacca anche l’ex assessora alle Attività produttive. «Linda Vancheri – scrive – per nulla autonoma, ha via via tramato, in modo falso e ipocrita, ai danni del sottoscritto al quale mai ha riservato, come lei del resto, quella dovuta e necessaria attenzione istituzionale ad esclusione di pochi e mal tollerati, fatti ed atti di circostanza. Allo Stato – aggiunge – unico vero e costante riferimento di questi anni, il sottoscritto non mancherà di offrire, ove necessario, ogni più utile e possibile contributo, nella piena convinzione che la lotta all’illegalità è l’unico presupposto possibile per lo sviluppo di un’economia sana e etica».


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