L'obiettivo è aiutare i genitori preoccupati dall'uso delle nuove tecnologie da parte dei figli. Con una serie di regole che permettano un controllo basato sul confronto. «Non dobbiamo scappare dalla Rete, perché ormai fa parte dell'era moderna», spiega il dirigente etneo Marcello La Bella. Scarica il documento
Prevenire i rischi per i minori su Internet Il decalogo di polizia postale e pediatri
Una madre che va alla polizia postale di Catania perché ha trovato, sul cellulare della figlia undicenne, foto e messaggi a sfondo sessuale (detti sexting, dal misto di sex e texting). È solo uno dei tanti casi recenti di un uso dell’evoluzione informatica che preoccupa i genitori di diversi giovani. Per prevenire la tutela dei minori che navigano su Internet, la polizia postale insieme alla federazione italiana medici pediatri di Catania ha sottoscritto un protocollo d’intesa dal titolo Non lasciamoli naufragare.
Se da un lato la polizia ha valide conoscenze riguardo l’utilizzo che i minori fanno delle tecnologie, dall’altro i medici pediatri conoscono la realtà dei minori anche attraverso il contatto con i loro genitori. Questo decalogo si propone di suggerire alcune semplici regole che «devono essere parte del dna dei genitori o, comunque, di tutte quelle persone che sono in qualche modo responsabili di individui più giovani», afferma Marcello Cardona, questore di Catania. Bisogna creare quindi delle basi che consentano ai cittadini di diventare più consapevoli dell’evoluzione informatica, facendo sì che abbiano gli strumenti per agiresubito e adeguatamente quando l’uso di Internet rischia di creare delle deviazioni.
«Non dobbiamo scappare da quello che la Rete ci offre, perché ormai fa parte dell’era moderna», spiega Marcello La Bella, capo della polizia postale. I genitori dovrebbero usare i tablet, gli smartphone e i computer insieme ai loro figli, controllando ciò che fanno, consigliando e spiegando loro cosa può essere o no pericoloso. «Questo non consentire deve essere moderno, non deve sfociare quindi in vessazioni da parte dei genitori sui figli – continua Cardona – Anzi, questo decalogo deve favorire il dialogo».
Per favorire lo sviluppo di questo progetto, però, serve anche il sostegno della società civile, spiegano gli esperti.«Questo incontro è il primo in Italia e presto si provvederà ad organizzarne altri in tutte le province del Paese, per coinvolgere i genitori di tutta Italia», commenta Giuseppe Mazzola, presidente della sezione catanese della federazione italiana medici pediatri. «Se fino a ieri non c’era un decalogo, da oggi ci sarà» promette il questore in conclusione.