Dalle prime ore del mattino i carabinieri della Compagnia di Palermo San Lorenzo supportati da 200 uomini dell’Arma territoriale, del XII Battaglione Sicilia e da unità cinofile antidroga hanno dato esecuzione a 23 misure cautelari. L’attività investigativa è la naturale prosecuzione dell’operazione Horus Guarda il video
Blitz antidroga alla Zisa, sgominata la rete dello spaccio Hashish e cocaina in panieri, business da 2mila euro al giorno
Centinaia di cessioni di droga. Un business con guadagni giornalieri di oltre 2mila euro. Il mercato dello spaccio di droga alla Zisa era più che fiorente, un’attività frenetica a conduzione familiare, che le telecamere degli investigatori hanno documentato per mesi. Adesso per 23 persone sono scattate altrettante misure cautelari nell’ambito dell’operazione Horus 2. Dalle prime ore del mattino, infatti, i carabinieri della Compagnia di Palermo San Lorenzo supportati da 200 uomini dell’Arma territoriale, del XII Battaglione Sicilia e da unità cinofile antidroga, hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dal gip di Palermo Daniela Cardamone, su richiesta del procuratore aggiunto Teresa Principato e del sostituto Siro De Flammineis.
Per tutti l’accusa a vario titolo è di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti” e “produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti”. L’attività investigativa è la naturale prosecuzione del blitz “Horus”, che nel gennaio del 2014 portò all’arresto di 33 persone. Ma nonostante i colpi inferti dalle forze dell’ordine l’organizzazione ha dimostrato tutta la sua capacità di sopravvivere e rinnovarsi. Ai clienti, in molti casi fidelizzati, come dimostra il fatto che, nonostante fossero stati segnalati alla prefettura per uso personale, in tanti ritornavano nel quartiere per rifornirsi di droga, gli indagati erano in grado di fornire di tutto: dall’hashish alla marijuana, dalla cocaina all’eroina.
Centinaia di cessioni, non solo in strada ma anche da casa, lanciando lo stupefacente da una finestra dell’abitazione o calandolo dentro un paniere dal balcone. Un’attività che in molti casi era l’unica fonte di sostentamento di interi nuclei familiari residenti nel quartiere, per i quali lo spaccio di droga era un vero e proprio lavoro.