Secondo Gaetano Minardi l'unica biblioteca del centro nisseno costa troppo in relazione all'utilizzo che ne fanno i niscemesi. «Non ha senso che il Comune offra il servizio gratuitamente», attacca. Non la pensa così Rosa Di Modica, una dipendente: «Speculazioni politiche, abbiamo frequentatori di ogni età»
Niscemi, la proposta del consigliere comunale «Ai tempi di Wikipedia a che serve la biblioteca?»
«Ai tempi di Wikipedia serve ancora tenere la biblioteca comunale aperta?». La provocazione – affidata a un post sulla propria bacheca Facebook – arriva dal consigliere comunale di Gaetano Minardi. L’esponente della maggioranza guidata da Francesco La Rosa è stato eletto nella lista civica centrista La voce del popolo nel 2012 ma si è insediato a palazzo di Città da soli due mesi, in seguito al ritiro di un collega. «Tutte le mie battaglie sono sempre rivolte a combattere gli sprechi della pubblica amministrazione», spiega Minardi a Meridionews. L’ultimo tiro del consigliere niscemese va all’indirizzo della biblioteca comunale Mario Gori colpevole di «avere costi spropositati rispetto all’utilizzo che ne fanno effettivamente i miei concittadini», spiega Minardi. Che continua: «Non dico che i libri non servano, io stesso ne leggo almeno quattro all’anno, ma ormai tutti consultano i testi sui tablet e attraverso internet».
La provocazione che Minardi ha affidato al social network ha aperto un dibattito interno al popolo internauta niscemese. Con oltre sessanta commenti alcuni concittadini di Minardi hanno dato ragione al consigliere mentre altri hanno difeso l’utilità della Mario Gori anche per la sua vivacità. «Non c’è che dire, quella biblioteca non la usa nessuno», taglia corto Minardi. Che precisa: «Sono tutti d’accordo con me ad eccezione di un gruppo di insegnanti niscemesi vicini all’opposizione». E se Minardi ne fa una questione di colore politico, di maggioranza e di opposizione, all’interno di un contesto di crisi finanziaria in cui «gli amministratori devono amministrare e basta», dalla Mario Gori una dipendente dipinge un quadro del tutto diverso.
Rosa Di Modica è una dei quattro dipendenti dell’unica biblioteca comunale della città. «L’Ente in cui lavoro ha il prestigio di essere stato fondato nel 1973, un anno dopo la morte del nostro amato poeta niscemese alla memoria del quale è stata dedicata», spiega. Secondo l’impiegata non è la prima volta che qualcuno urla pubblicamente al presunto inutilizzo della biblioteca ma «si tratta sempre di speculazioni, per lo più politiche, che a noi non interessano», aggiunge la donna. Che racconta come la biblioteca raccolga circa 16mila volumi divisi in sezioni – dall’archeologia agli scrittori siciliani – motivo per cui «abbiamo frequentatori che vanno dai bambini di tre anni accompagnati dai genitori ad anziani che vengono con i nipoti, magari universitari». «Il nostro più longevo tesserato ha addirittura 92 anni», si inorgoglisce la dipendente.
Per Di Modica l’assidua frequentazione della biblioteca dipende anche «dalla possibilità di consultare gratuitamente i principali quotidiani nazionali alla presenza di due postazioni internet». «Abbiamo anche una sala conferenze che cediamo gratuitamente ad alcune associazioni culturali per presentazioni di libri e congressi letterari», aggiunge Di Modica. «Anche questo è un problema perché – aveva attaccato Minardi – non ha senso che un Comune come Niscemi, in un periodo di crisi finanziaria, offra servizi gratuitamente. Perché allora non affidare direttamente la biblioteca a qualche associazione e spostare quei dipendenti comunali in settori in cui c’è maggiore necessità di loro?». L’interrogativo, ai tempi di Wikipedia, rischia di spostarsi dalla piazza di Facebook alla Vittorio Emanuele II di Niscemi, dove ha sede il palazzo di città.