Dedalo, Caltabellotta diventa villaggio culturale «Gli artisti donano le opere e ricevono ospitalità»

Si racconta che Goethe, nel suo viaggio in Italia, si trovasse in Sicilia e, vedendo Caltabellotta in lontananza, ci restò malissimo quando realizzò di non avere validi mezzi e abbastanza tempo per poter arrivare lassù. In quel gioiello incastonato tra i monti dell’entroterra agrigentino. Oggi inizia la due giorni del Dedalo Festival, manifestazione concepita e nata nel paese dell’olio, ma presente, da anni, in tutta Italia. Dedicata all’editore Salvatore Coppola. L’idea è di Ezio Noto, uno dei massimi esponenti della cultura popolare attualmente operanti in Sicilia: musicista, compositore, già assessore di Caltabellotta; è sua, ad esempio, l’idea di farne la Città del presepe. Proprio così: adagiato com’è sul dorso della montagna, il borgo ricorda le atmosfere della natività; la ieraticità della natura e la bellezza dello spirito umano in contemplazione. 

Per due giorni all’anno, poi, si trasforma in un villaggio culturale: ospita, infatti, tutto il mondo intellettuale siciliano, in blocco, vedere il programma per credere. Oltre sessanta artisti da tutta Italia, la presentazione di undici libri, decine di opere esposte. Un salotto spontaneo e senza fronzoli, si diceva; e il padrone di casa, Ezio Noto, lo sa fare: «Il nostro messaggio è sempre lo stesso: l’arte e i territori si aiutano a vicenda». Gli artisti, infatti, arrivano nelle varie città che ospitano il Dedalo con un rimborso simbolico e donano le proprie opere; le comunità, dal canto loro, offrono accoglienza, ospitalità e vitto. Tanti invitati anche quest’anno: da Salvo Vitale a Pino Maniaci, da Salvo Ognibene a Francesco Giunta: gente che, se si analizzasse il quadro culturale contemporaneo, dovrebbe essere ringraziata ogni giorno per il lavoro di traforo che svolge in ambito socio-economico. 

«Oggi e domani, con noi, ci sarà anche Edoardo De Angelis – continua il direttore artistico del festival – cofondatore del Folk Studio, la casa che accolse i vari Venditti e De Gregori quando erano in erba». Il Dedalo valorizza l’arte, la musica, ma anche i luoghi: la chiesa del Collegio di Sant’Anna con all’interno uno splendido mosaico romano, la Madrice, gli scavi archeologici; il Museo, «dove gli artisti adotteranno un’opera del maestro Salvatore Rizzuti, esibendosi accanto ad essa». Presidente, ma da quanto è presidente? «Da troppo tempo», ironizza Leonardo Nicolosi, al vertice della Pro Loco di Caltabellotta almeno da quando esiste la manifestazione. «La nostra associazione si fregia di avere soffiato fin dall’inizio sulle ali del Dedalo, l’idea vincente che Ezio Noto ha pensato di esportare in tutta Italia: siamo stati in Toscana a Foiano della Chiana, in Emilia a Pavullo nel Frignano: abbiamo gemellato le nostre tradizioni con le loro suggestioni; e ancora: Tolve, Baragiano, Genzano Lucana in Basilicata, Ramacca, Isnello, Villabate, Montalbano Elicona, Siculiana e Licata, in Sicilia. A breve saremo anche in Campania».

Sarà consegnato anche il premio Salamone-Giunta a Giovanni Granata. Il riconoscimento, a ogni edizione, viene conferito ad artisti in vita per sfatare il tabù del nemo profeta in patria. C’è il patrocinio della Regione Sicilia, ma «Crocetta non verrà, manderà un assessore. Il successo del Dedalo – conclude Nicolosi – è saper calibrare le risorse disponibili, sul programma; inoltre, il finanziamento che si percepisce viene redistribuito sul territorio: un contributo indiretto, dunque, alle attività presenti nei vari luoghi». Quest’anno, poi, gli artisti alloggeranno in una casa di riposo in difficoltà economiche e gli organizzatori pagheranno l’ospitalità con le stesse tariffe di un bed and breakfast. Infine, si valorizzano anche i prodotti alimentari attraverso lo scambio: ricette sociali in cui l’olio di Caltabellotta condisce i carciofi di Ramacca, ad esempio. Il Dedalo Festival è la declinazione dell’arte libera: un concentrato di cultura che fa da contraltare al passato di storture della politica siciliana.  


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