Il 30 maggio, in occasione dei playout di Lega Pro in cui vinsero i calabresi, si registrarono violenze e tafferugli attorno allo stadio, lungo la tangenziale e sulla statale 114. I fermati appartengono ai Nocs e Gioventà giallorossa. C'è anche un tifoso del Pescara, in nome del gemellaggio con i messinesi. Guarda foto e video
Messina-Reggina, derby violento: 12 arresti Fanno parte di diversi gruppi ultras giallorossi
Sabato 30 maggio 2015. Allo stadio San Filippo, Messina e Reggina si contendono la permanenza in Lega Pro nel corso di un derby dello Stretto delicato come pochi. Ad avere la meglio sono i calabresi mentre fuori dallo stadio si scatena l’inferno. Un’autentica guerriglia urbana a causa della quale, oggi, la polizia ha eseguito 12 arresti. Ventiquattro in tutto, considerati quelli dei giorni immediatamente seguenti la partita. Quattro le persone sottoposte all’obbligo di firma. Altrettante risultano solo indagate. I reati contestati sono lancio di materiale pericoloso, possesso di artifizi pirotecnici in occasione di manifestazioni sportive, lesioni personali, divieto di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento. Una delle persone colpite dalla misura cautelare degli arresti domiciliari risulta essere attualmente all’estero.
I sedici finiti nella morsa delle forze di polizia, ritenuti responsabili di gravi atti di teppismo e violenza durante e al termine dell’incontro, sarebbero riconducibili ai vari gruppi della tifoseria organizzata peloritana, in particolare ai Nocs e a Gioventù giallorossa. In diversi casi pare abbiano dei precedenti. Sintomatica, la presenza, tra gli arrestati, di un ultrà del Pescara, Marco Antonelli, 37enne di Atri, provincia di Teramo, in città per dare manforte ai sostenitori giallorossi con i quali gli abruzzesi sono gemellati.
Tornando a quel pomeriggio del 30 maggio scorso, perché una partita di calcio non degenerasse nell’ennesima tragedia, sono stati impiegati 200 uomini delle forze dell’ordine. Presenti pure specialisti della polizia scientifica, unità cinofile e mezzi speciali. Uno sparuto gruppo di persone, armate di spranghe, cinture, pietre, fumogeni e bombe carta, viene bloccato a più riprese. Cordoni di polizia impediscono che gli ultrà raggiungano dapprima il rettangolo di gioco e la tribuna centrale al termine del derby, poi l’area tecnica dell’impianto riservata agli addetti ai lavori nonché alle due squadre di calcio e alle rispettive dirigenze.
La violenza si sposta quindi in strada, in tangenziale e successivamente lungo la statale 114. Nel mirino ci sono, stavolta, 700 tifosi della Reggina scortati al porto di Tremestieri. Il risultato finale è dato da qualche ammaccatura ai pullman che trasportano i supporter ospiti e otto punti di sutura a un poliziotto, colpito al labbro con una catena. Una volta ristabiliti l’ordine e la sicurezza pubblici, il lavoro degli agenti prosegue. Gli investigatori della Digos visionano senza sosta le immagini realizzate grazie alle telecamere del San Filippo, setacciando ogni momento sia del match che del dopo partita. Un’attività che conduce a 12 arresti in pochi giorni.
Adesso, altri 20 sono finiti nel registro degli indagati. Sono stati disposti i domiciliari, oltre che per Antonelli, per il 36enne milazzese Giuseppe Azzarello e per i messinesi Giuseppe Costa, 25enne; Tyron De Francesco, che in occasione dei tafferugli aveva compiuto 18 anni da dieci giorni; Carmelo Delia, 29 anni; Giuseppe Occhino, 32enne; Marcello La Camera, 27enne; Marcello Nicolosi, 42enne; Marcello Papandrea, 34enne; Massimiliano Vernuccio; 38 anni; Antonino Guglielmino, 45 anni. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per i messinesi Davide Cantello, 28 anni; Sergio Di Giacomo, 34 anni; Benito Mangraviti, 26 anni; Marco Peschiera, 25 anni.