Nella relazione che accompagna il bilancio consuntivo 2014 del Comune di Palermo, tante le criticità evidenziate a partire dal ritorno dei debiti fuori bilancio, praticamente raddoppiati rispetto al 2012. «Allarmante» appare il valore del contenzioso, circa 500 milioni di euro (260 milioni attivo e 247 passivo). Un dato che per Nadia Spallitta (Pd) denota «sicuramente dei vizi nei procedimenti amministrativi»
Revisori dei conti, aumenta costo partecipate Bertolino: «Bilancio sano, risanamento in atto»
Aumento della pressione fiscale di 150 milioni di euro (2012-2014) a fronte della riduzione degli investimenti (-100 milioni), mentre cresce il costo delle partecipate (+20 milioni di euro) e preoccupa ancora il disallineamento dei conti delle partecipate rispetto al bilancio del Comune. Questi alcuni dei dati contenuti nella relazione dei revisori dei conti che accompagna il bilancio consuntivo 2014 del Comune di Palermo, presentata oggi a Palazzo delle Aquile ed evidenziate dalla vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo in quota Pd, Nadia Spallitta. Nel documento vengono sottolineate numerose criticità a partire, ad esempio, dalle ombre che pesano sulle partecipate e «dal ritorno dei debiti fuori bilancio – dice la Spallitta – che registrano un enorme aumento passando dai 15 milioni del 2012 ai 32 milioni del 2014 (4,8 milioni nel 2013)».
Per Francesco Bertolino, consigliere del Movimento 139, dalla relazione nonostante alcune criticità sollevate «è emerso comunque un parere favorevole a conferma di un bilancio sempre più sano – dice a MeridioNews -, in controtendenza rispetto agli anni passati e caratterizzato da un risanamento in corso su tutti i fronti». Sui debiti fuori bilancio pur «rilevando l’impegno dell’amministrazione a responsabilizzare maggiormente i dirigenti, non sono ancora quantificabili netti miglioramenti. È comunque un bilancio sano ribadisce – confermato dal fatto che anche quest’anno non si è proceduto ad anticipazione di cassa, anche rispetto ai tagli che continuano a esser in atto dal governo nazionale e regionale».
Secondo la Spallitta, tuttavia, i revisori ribadiscono «consistenti disallineamenti tra i bilanci delle partecipate e quello comunale» e per alcune di queste società non è stato prodotto nessun bilancio (come Amia, Gesip, Rap, Gesap, Reset, Fondazione Teatro Massimo e Fondazione Teatro Biondo), elemento che rende «difficoltosa una lettura completa e trasparente dello stesso rendiconto». E «allarmante appare il valore del contenzioso», circa 500 milioni di euro (260 milioni attivo e 247 passivo). Un dato che per la vice presidente vicaria denota «sicuramente dei vizi nei procedimenti amministrativi che determinano azioni legali per un valore complessivo pari a più di un terzo dell’intero bilancio». I revisori rilevano tra gli aspetti positivi l’accoglimento dell’opposizione del Comune avverso al fallimento Amia con diritto alla restituzione di immobili già trasferiti all’Amia per un valore di 80 milioni di euro.
Spallitta sottolinea anche una «lentezza nella capacità di riscossione dell’Ente» e rispetto ad una previsione di 11 milioni di euro e un accertamento di 9 milioni di euro in materia di recupero per evasione Tarsu, Tia e Tasi, nessun importo è stato poi riscosso nell’esercizio 2014 e in generale è stato effettuato un accertamento di evasione fiscale per 22 milioni di euro, mentre la riscossione ammonta a soli 4 milioni. Questo ha determinato anche una riduzione dell’avanzo di competenza, che da 77 milioni del 2012 passa a 17 milioni del 2014».
«È evidente – afferma Bertolino – che talune criticità sono ancora presenti ma in grande diminuzione rispetto a prima. Una su tutte i disallineamenti tra i bilanci delle partecipate e quello comunale: è vero che sono ancora presenti ma sono dimezzati rispetto allo scorso anno e ad ogni modo sono cifre che non hanno nulla a che veder con quelli delle precedenti amministrazioni. Basti pensare a quello che avevano Amat e l’ormai scomparsa Amia».
La relazione dei revisori si conclude con numerose osservazioni, soprattutto in relazione agli organismi partecipati e alla mancata produzione dei documenti necessari per fotografare la situazione delle società partecipate alla data del 31 dicembre 2014, rendendo difficoltoso avere un quadro organico e anche sulla mancanza di un bilancio consolidato, necessario invece per una visione unitaria della situazione economico-finanziaria dell’ente e per un adeguato controllo di gestione che, per tanto, allo Stato appare inefficace». «Rispetto a questi punti – conclude Bertolino – prima di qualunque valutazione, ascolteremo in commissione il parere dell’avvocatura comunale».