Paternò, sindaco battuto sulla diminuzione Irpef Franco Crupi (Forconi) allontanato dai carabinieri

Ennesima sconfitta politica per il sindaco di Paternò Mauro Mangano, battuto – nella seduta consiliare sulla diminuzione dell’aliquota addizionale Irpef – dall’ex minoranza, oggi maggioranza relativa. Una sconfitta politicamente bruciante dato che un altro componente del Pd, Ezio Messina, capogruppo consiliare dei democratici, ha votato per il dimezzamento dallo 0,8 per mille allo 0,4 per mille, dichiarando apertamente che «non dobbiamo e non possiamo ignorare l’urlo dei nostri concittadini che invocano tasse minori e una razionalizzazione della spesa pubblica». Cosi 15 consiglieri (Mannino, Rau, Valore, Tripoli, Cirino, Bottino, Buttò, Virgolini, Condorelli, Rinina, Furnari, Ciatto, Faranda, Signorello, Messina) hanno detto sì alla diminuzione, estendendo l’esenzione dal pagamento per tutti coloro che hanno un reddito inferiore a 12 mila euro. Va giù dura l’opposizione,  che non fa sconti al primo cittadino paternese: «Abbiamo dimostrato come questa compagine amministrativa non possieda la capacità di governare la città, non riuscendo a comprimere la spesa e a incrementare le entrate mediante il potenziamento dei servizi come le strisce blu, i servizi cimiteriali, i passi carrabili, il piano della pubblicità – afferma Ezio Mannino, consigliere d’opposizione di cento destra – ma riuscendo a consolidare la piena incapacità ad attingere ai finanziamenti provenienti dalla Regione, Stato e Comunità Europea e peggio ancora assistiamo alla capacità di perdere finanziamenti già concessi in passato come i sette milioni di euro previsti per i contratti di quartiere».

Un lungo preludio alla richiesta di dimissioni di Mangano. Per il primo cittadino si tratta solo di demagogia: «Dobbiamo dire chiaramente ai cittadini con quali soldi intendiamo amministrarli, come vogliamo spendere le nostre entrate, poche o tante che siano. Adesso ci sono 750mila euro in meno in bilancio. Abbiamo già avanzato delle proposte di modifiche al regolamento delle imposte comunali, con l’obiettivo di avvantaggiare categorie mirate, come i commercianti e i piccoli imprenditori. Il nostro obiettivo è parlare ai cittadini la lingua della chiarezza, non quella della presa in giro facile, tante volte praticata dai politici». Per Nino Naso, ex candidato sindaco e promotore della delibera di iniziativa popolare per eliminare del tutto l’Irpef – delibera non passata in consiglio – «la montagna ha partorito un topolino, ma tuttavia i consiglieri hanno ascoltato il grido di disperazione proveniente dalla città». L’avvio dell’assise civica è stata caratterizzata dall’occupazione dell’aula consiliare da parte di Franco Crupi, leader storico dei Forconi

Al centro della protesta, la mancata convocazione di un consiglio comunale straordinario per trovare una soluzione per aiutare migliaia di disoccupati: «Ci sono famiglie nella miseria più assoluta – dichiara Crupi, mentre la presidente del consiglio Laura Bottino provava a dissuaderlo – È stato distrutta la dignità del padre di famiglia, costretto a chiedere la pasta alla Caritas o soldi ai servizi che non ne hanno. Però arrivano le bollette da pagare. Quello che chiediamo è il blocco delle tasse per quelle famiglie che versano nella disperazione. Hanno sprecato circa 500mila euro nel 2014 per sedute consiliari e commissioni; perché non indirizzarne almeno il 50 per cento per i servizi sociali. Ecco, la politica è distante dalla città». L’occupazione ha obbligato la presidente a rinviare di qualche ora la seduta, quando carabinieri e polizia municipale hanno obbligato Crupi a lasciare l’aula. Ne è seguito un parapiglia generale con Crupi che ha lanciato in aria tavolo e sedie. Portato in caserma, si sta valutando la sua posizione.


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