Nel documento, consegnato al sottosegretario alla Giustizia Ferri, tra le altre cose, si chiede di «rispettare criteri di trasparenza per la nomina degli amministratori giudiziari, i quali dovranno dichiarare il numero e il tipo di incarichi in gestione, garantire i livelli occupazionali delle aziende e incrementare la redditività dei beni in sequestro»
Beni confiscati, un decalogo per il loro utilizzo E’ stato elaborato da esperti e magistrati
Assicurare la rotazione di amministratori giudiziari altamente specializzati, rafforzare il ruolo dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati soprattutto nella fase di destinazione dei beni, sgravandola del peso dell’ amministrazione diretta, pagare subito i creditori in buona fede delle aziende sequestrate, creare tribunali distrettuali specializzati con competenze pluridisciplinari.
Sono alcuni punti di un decalogo elaborato dagli esperti e dai magistrati che hanno partecipato a Palermo alla due giorni dedicata alla riforma del codice antimafia di cui si discute in questi giorni in Parlamento. Un convegno organizzato dal Dems, il Dipartimento dell’Università di Palermo, in collaborazione con il centro studi Federico Stella dell’Università Cattolica di Milano, l’Agenzia per i beni confiscati e la Direzione nazionale antimafia. Il testo del decalogo è stato consegnato al sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri.
Nel documento si chiede di «rispettare criteri di trasparenza per la nomina degli amministratori giudiziari, i quali dovranno dichiarare il numero e il tipo di incarichi in gestione, garantire i livelli occupazionali delle aziende e incrementare la redditività dei beni in sequestro». Ma il testo prevede anche l’obbligo di presentare un business plan per quelle aziende che possono rimanere sul mercato che sia discusso in udienza con il pm e con l’Agenzia, e predisposto dopo avere sentito i sindacati. Sul fronte, poi, della tutela dei creditori delle aziende, si chiede all’amministratore di procedere tempestivamente ai pagamenti dei debiti con quei creditori «strategici per la prosecuzione dell’attività e di accelerare i procedimenti di verifica della buona fede per i crediti di origine incerta». Non manca un riferimento all’Agenzia nazionale dei beni confiscati e sequestrati, per la quale si chiede una «razionalizzazione delle competenze e personale qualificato». L’obiettivo del documento elaborato da magistrati ed esperti è migliorare l’efficienza e la rapidità del procedimento di prevenzione, «anche nell’ottica di incrementare le garanzie per un giusto procedimento di prevenzione».