L’edizione 2025 della Qualità della vita del Sole 24 Ore certifica ancora una volta il divario tra Nord e Sud, con la Sicilia che si conferma nelle retrovie. Mentre la top 10 è interamente settentrionale – dominata da Trento, Bolzano, Udine e da province come Bergamo, Treviso e Padova – l’Isola fa registrare poche variazioni […]
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Qualità della vita, Sicilia in coda: Catania precipita con 13 posizioni in meno rispetto al 2024
L’edizione 2025 della Qualità della vita del Sole 24 Ore certifica ancora una volta il divario tra Nord e Sud, con la Sicilia che si conferma nelle retrovie. Mentre la top 10 è interamente settentrionale – dominata da Trento, Bolzano, Udine e da province come Bergamo, Treviso e Padova – l’Isola fa registrare poche variazioni e quasi tutte verso il basso. Le città metropolitane del Nord guadagnano terreno grazie a competitività, servizi, dinamismo culturale e indicatori demografici, mentre il Mezzogiorno continua a scontare fragilità strutturali. (La classifica completa)
Sicilia fanalino di coda: Catania crolla, Messina resiste, Palermo rimane giù
Nel quadro nazionale, la prima realtà meridionale è Cagliari, 39esima. Subito dopo inizia la lunga scia delle province in difficoltà, tra cui spiccano quelle siciliane: Messina si conferma al 91esimo posto, mentre Catania registra uno dei peggiori arretramenti della classifica, scendendo al 96esimo posto e perdendo 13 posizioni rispetto all’anno precedente. Ancora più in basso Palermo, ferma al 97esimo posto, mentre la classifica si chiude con Napoli, Siracusa, Reggio Calabria, quest’ultima provincia chiude la graduatoria per il secondo anno consecutivo. Male anche Caltanissetta, inserita nella posizione 103 e con cinque posizioni in meno rispetto al 2024. Agrigento, invece, guadagna una posizione passando dal 96esimo al 95esimo posto. Precipita anche Trapani: 93esimo posto con un meno otto rispetto all’edizione dello scorso anno dell’indagine. La migliore provincia dell’Isola è Ragusa 82 esima. Qualche posizione davanti ad Enna che chiude 87esima ma con ben dieci posizioni in più rispetto al 2024.
Il dato siciliano riflette carenze ormai strutturali: scarsi servizi, fragilità nel mercato del lavoro, mobilità difficoltosa, bassa attrattività per residenti e studenti, e una tenuta sociale messa alla prova da indicatori demografici negativi. Elementi che, nel complesso, penalizzano la capacità delle province dell’Isola di agganciare la crescita registrata nelle aree più dinamiche del Paese.
Come viene stilata la classifica
La Qualità della vita del Sole 24 Ore si basa su un’analisi di 90 indicatori suddivisi in sei macrocategorie tematiche, introdotte progressivamente dal 1990 e ampliate dal 2019 per offrire una misurazione più completa del benessere territoriale. Gli indicatori, certificati e forniti da fonti ufficiali come ministeri, Istat, Inps, Siae, Banca d’Italia e da istituti di ricerca specializzati, coprono ambiti che vanno dalla ricchezza ai consumi, dagli affari al lavoro, dall’ambiente ai servizi, passando per demografia, società, salute, giustizia, sicurezza, cultura e tempo libero.
Il sistema di valutazione assegna mille punti alla provincia con la performance migliore e zero a quella con la peggiore, applicando un criterio di lettura che stabilisce il valore positivo o negativo del parametro; le altre province ricevono un punteggio proporzionato alla distanza dagli estremi. Per ogni macrocategoria viene poi calcolata una graduatoria basata sulla media dei 15 indicatori, pesati in modo uniforme, e la classifica finale deriva dalla media aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore.