«Siamo stati costretti a scendere in piazza a causa dell’assessorato alla Salute. Tutt’oggi, infatti, nonostante siamo quasi a fine anno, non ci dà contezza di quali siano i budget previsti per noi durante quest’anno. Significa che non possiamo garantire il diritto alla salute dei cittadini. Ciò succede per una incapacità programmatoria della Regione» ha sottolineato […]
Sciopero sanità privata in Sicilia. I professionisti chiedono la testa dell’assessora Faraoni
«Siamo stati costretti a scendere in piazza a causa dell’assessorato alla Salute. Tutt’oggi, infatti, nonostante siamo quasi a fine anno, non ci dà contezza di quali siano i budget previsti per noi durante quest’anno. Significa che non possiamo garantire il diritto alla salute dei cittadini. Ciò succede per una incapacità programmatoria della Regione» ha sottolineato subito Domenico Garbo, coordinatore del Cimest, durante la manifestazione contro le politiche del governo regionale che si è tenuta a Palazzo D’Orleans.
Un migliaio circa sono i professionisti della sanità privata in Sicilia partiti in corteo per raggiungere il Palazzo della Regione, in piazza Indipendenza, e chiedere le dimissioni dell’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni. «Noi chiediamo che questa presidenza prenda atto del fallimento di questo Assessorato».
Tante sono le problematiche che spingono le strutture private convenzionate a chiedere più attenzione, alcune in comune con la sanità pubblica come le lunghe liste di attesa. «Chiediamo l’uscita dal piano di rientro economico e l’adeguamento delle tariffe che sono ferme dal 1996 – chiarisce a MeridioNews, Salvatore Gibiino, coordinatore del sindacato Cimest -. Vorremo anche partecipare alla prevenzione sanitaria, in cui la Sicilia è fanalino di coda, soprattutto relativamente alle malattie vascolari e cardiologiche».
Una delegazione delle 14 sigle intersindacali che hanno scioperato è stata infine ricevuta da Salvatore Sammartano, capo di gabinetto del Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, e in rappresentanza dell’assessore alla Salute Daniela Faraoni, ha partecipato il suo capo di gabinetto Giuseppe Sgroi, con cui sono stati stabiliti i punti su cui bisogna lavorare: «Definire il budget di quest’anno in tempi brevi, assegnare quello del 2026 entro i primi mesi del prossimo anno e istituire un tavolo tecnico sui fabbisogni – scrive la Regione in una nota -. Il primo step sarà, dunque, la definizione, entro una decina di giorni, del budget 2025. Per quanto riguarda, invece, il budget del 2026 l’obiettivo è quello di arrivare alla sua definizione non oltre il mese di febbraio».
«A fronte della richiesta avanzata dalle sigle sindacali, la Presidenza della Regione ha dato la propria disponibilità all’istituzione di un tavolo tecnico specifico sui fabbisogni – precisa ancora la Regione Siciliana -. Inoltre, sul tema delle tariffe, è stato confermato, nonostante l’impugnativa, l’impegno finanziario di 15 milioni di euro previsto nella manovra bis per meglio difendere la norma regionale. L’assessorato della Salute si è inoltre impegnato a remunerare, nel rispetto dei criteri e delle modalità stabilite dallo Stato per i programmi di Psn, le prestazioni erogate da privati accreditati riconducili all’area della prevenzione. A disposizione ci sono cinque milioni di euro ma altre risorse potranno essere reperite nel 2026».