Cinque giorni di sospensione per un gesto inappropriato verso una compagna di classe. Il protagonista è un ragazzino di 11 anni affetto da autismo grave, certificato dall’Inps come «gravità comma 3», seguito da insegnante di sostegno, assistente alla comunicazione, educatore e assistente igienico-sanitario. L’episodio è avvenuto alla scuola media Manzoni-Dina e Clarenza di Messina e […]
Foto di Antonio R.
Ragazzino autistico sospeso per una pacca alla compagna di classe. Scoppia la polemica
Cinque giorni di sospensione per un gesto inappropriato verso una compagna di classe. Il protagonista è un ragazzino di 11 anni affetto da autismo grave, certificato dall’Inps come «gravità comma 3», seguito da insegnante di sostegno, assistente alla comunicazione, educatore e assistente igienico-sanitario. L’episodio è avvenuto alla scuola media Manzoni-Dina e Clarenza di Messina e la decisione del dirigente scolastico Michele Bonardelli ha subito sollevato polemiche.
La delibera e il provvedimento per «finalità educative»
Nella delibera scolastica si legge: «Il provvedimento ha finalità educative ed è irrogato nello spirito di rafforzare il senso di responsabilità e consapevolezza dell’alunno, a garanzia del ripristino di rapporti corretti all’interno della comunità scolastica. Si auspica che questo provvedimento disciplinare, accompagnato dall’azione educativa dei docenti in collaborazione con la famiglia, possa indurre l’allievo ad una seria e costruttiva riflessione».
La posizione dei genitori del ragazzino autistico
I genitori si oppongono fermamente alla sospensione. Secondo loro, il figlio non è in grado di capire né la natura inappropriata del gesto né il significato della punizione formale. La famiglia si è rivolta all’ex Garante dell’Infanzia Fabio Costantino e ha chiesto il sostegno della Garante comunale per le disabilità, Tiziana De Maria. Obiettivo valutare l’equità e l’efficacia del provvedimento in relazione alla disabilità certificata. Lo psicologo Costantino sottolinea: «Si tratta di una condizione grave certificata dall’Inps. Così come va supportata la ragazzina che ha subito il gesto, va precisato che l’alunno non è in condizione di comprenderne né il significato né le finalità educative della punizione. Mi auguro che ci sia mediazione e che il provvedimento venga sospeso».
I genitori hanno già preannunciato l’intenzione di investire della vicenda il provveditore e presentare una denuncia in procura. Il caso è ora all’attenzione dell’Ufficio scolastico provinciale e potrebbe coinvolgere associazioni per la difesa dei diritti dei minori con disabilità. Di fatto trasformando quella che sembrava una vicenda scolastica in un confronto nazionale sul rapporto tra disabilità, punizione e responsabilità educativa.