«Sabato prossimo, se fossi a Catania…»

Un tributo è cosa che dovrebbe sempre stare in piedi su tre gambe:

la prima è il riconoscimento del valore della persona cui il tributo è dedicato, la seconda l’amore, l’affetto verso la persona stessa, la terza la qualità artistica di chi vi partecipa. Di questi tempi ciò non accade spesso, musicalmente parlando; infatti assistiamo più e più volte ad operazioni che sotto la “patina” di tributo nascondono fini meramente commerciali. Poi… poi, vi sono le eccezioni.

 

Fulgido esempio di tali eccezioni è il concerto che si terrà all’Anfiteatro le Ciminiere, sabato 28 luglio: lì, nel settimo tributo a Francesco Virlinzi, con lo pseudonimo di Danny and Dusty si esibirà un supergruppo che la musica la sa suonare, l’ama e l’ha amata dirigendo questo amore verso la ricerca della qualità e non in una scalata alle vette delle classifiche di vendita. Se dell’operato di Francesco, a Catania e fuori, tutto o molto si sa, di Danny and Dusty molto meno.

Personalmente condivido appieno la scelta fatta da Nica Midulla, la madre di Francesco, di affidare loro il palco per quest’occasione.

 

Il perché è presto detto: Steve Wynn, il musicista più conosciuto dell’ensemble, era molto amico di Francesco, e ha scritto pagine di valore nel libro musicale degli ultimi trent’anni: chi ama la musica dovrebbe conoscere, almeno, i primi due album dei Dream Syndicate di cui era leader e anima, quei “The days of wine and roses” e “The medicine show”, targati 1982 e 1984, e il suo primo disco solista, quel “Kerosene man” del 1990, più volte ristampato in varie versioni (remastered, expanded etc). Visto sul palco, di Steve, oltre alla perizia tecnica, mi ha colpito molto la sua “escursione emozionale”, ovvero la capacità di eseguire al meglio vuoi la ballata lenta e da sotto le stelle, vuoi il lanciare la propria chitarra oltre il cosmo, con dovizia di velocità e decibel mai fuori luogo, sino a condurti in un viaggio la cui meta conosci solo al momento dell’arrivo; non credo sia un caso se la sua chitarra è una delle poche che (forse quella che…) è riuscita talvolta ad avvicinare quelle dei Velvet Underground, pur tra le mille che vi hanno provato.

 

Ma dire solo di Steve sarebbe offesa per gli altri componenti. Ecco allora Dan Stuart e Chris Cacavas, voce e tastiere dei Green on Red, gruppo fondamentale, assieme ai Dream Syndicate, di quel movimento chiamato Paisley Underground. Una tastiera d’eccezione, e poi la voce e soprattutto il modo di cantare di Dan, da molti imitato senza mai riuscirvi. Una voce che sembra talvolta annoiata, ma dentro nasconde ben altro e soprattutto stimola gli spettatori ad estrarlo da se stessi. Chi aveva familiarità con quella corrente musicale, ricorda certo ancora l’attesa del postino che ti recapitava quei dischi che qui (il qui Catania, il qui Trieste, il qui…) non trovavi e dovevi ordinare via posta nei negozi specializzati: e poi la puntina del giradischi consumava, dal tante volte che li riascoltavi, quei “Gravity talks” e “Gas, food and lodging” dei Green on Red, oltre a quelli ed altri dei Dream Syndicate citati prima. E, perdonatemi l’inciso egoico, molto piacere mi fa che, pur se non ci conoscevamo, io e Francesco fossimo comuni e devoti praticanti di tale rito musicale.

 

Sul palco vi saranno poi altri componenti, ma piuttosto di sommergervi con altri nomi, vi faccio sapere che il gruppo eseguirà il proprio recente lavoro, quel “Cast Iron Soul” che piace sin dal primo ascolto, è un disco che coinvolge per il calore che emana e le belle atmosfere che determina. Di certo poi non mancheranno altri brani che faranno la gioia degli appassionati e cattureranno chi non lo è, tra cui magari quella “Knockin on heaven’s door ” di dylaniana memoria che chiudeva l’unico altro album a firma Danny and Dusty, quel “Lost weekend” d’una ventina d’anni fa, così intitolato perché registrato tutto in un solo fine settimana. “Lost weekend” è stato disco seminale e punto di riferimento per molti, pur tuttavia prediligo il recente album, per l’immediatezza, il calore che determina dall’inizio alla fine, la maggior omogeneità.

 

Io ho un solo rammarico, il non poter essere presente a questo concerto/tributo cui nulla manca (riconoscimento/qualità/amore), dove l’aspetto artistico sarà aumentato da quello emotivo (Steve è persona di grandi passioni e umanità, e il ricordo del tempo trascorso assieme a Francesco potrà molto), e credo che consiglio più sincero di questo non possa darvi su cosa fare sabato 28 luglio alle ore 21.


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