«Dobbiamo chiedere alla politica che ci tenga insieme come società». È questo l’appello di don Bruno Bignami, direttore nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei. Un messaggio lanciato alla fine della presentazione del suo libro dal titolo Dare un’anima alla politica a Messina. Dare un’anima alla politica Una presentazione che è stata […]
«La politica, se ha un’anima, tiene insieme la società»: l’appello della Cei
«Dobbiamo chiedere alla politica che ci tenga insieme come società». È questo l’appello di don Bruno Bignami, direttore nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei. Un messaggio lanciato alla fine della presentazione del suo libro dal titolo Dare un’anima alla politica a Messina.
Dare un’anima alla politica
Una presentazione che è stata articolata in otto domande poste da giovani impegnati nel sociale, nelle istituzioni e dai rappresentanti delle maggiori organizzazioni laicali, ma anche dai rappresentati di Azione cattolica, forum delle associazioni familiari e Ucid Cisl. Un’intervista a più voci quella al direttore dell’ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, ospite del Movimento cristiano lavoratori (Mcl) per presentare a Messina il volume Dare un’anima alla politica. Il movimento guidato a Messina da Gaetano Lamberto ha organizzato – giovedì 6 novembre – nell’aula Tassoni dell’Università di Messina un momento per rimettere al centro il tema della partecipazione politica e dell’impegno dei cattolici, proprio a partire dal testo di don Bruno Bignami.
Presentazione del libro della Cei a Messina
A introdurre l’incontro è stato Giuseppe Bottaro, ordinario di Storia delle dottrine politiche. Mentre la conclusione è stata affidata ad Alfonso Luzzi, presidente nazionale del Movimento cristiano Lavoratori. A moderare gli interventi successivi del presidente provinciale Mcl Gaetano Lamberto, è stato don Sergio Siracusano, direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro e degli speciali intervistatori ci ha pensato Elisa Furnari, presidente della fondazione Ébbene.
«Il libro di don Bruno Bignami rappresenta senza dubbio una preziosa fonte di esempio per tutti coloro che, ispirati dalla dottrina sociale della Chiesa, intendono oggi considerare le ragioni di un impegno politico per il perseguimento del bene comune – ha spiegato il presidente provinciale Mcl Messina Lamberto -. Siamo convinti che non sia possibile tendere al bene comune senza lasciarsi guidare da valori di fraternità, solidarietà e carità politica. Ma soprattutto senza adoperare adeguatamente lo strumento del dialogo, sull’esempio delle illustri personalità di cui don Bruno si avvale per spiegarci la buona politica».
Dalla tutela del lavoro alle crescenti povertà

Partecipazione democratica, rispetto della democrazia, importanza di agire come strumenti di pace e di amministrare la cosa pubblica con una visione sempre rivolta al bene comune sono stati tra i temi delle domande poste a don Bignami durante la presentazione del libro della Cei a Messina.
«Non può che essere questo il metodo per affrontare, anche noi oggi, i temi che ci appartengono: la tutela del lavoro e dei lavoratori, l’assistenza alle nuove e crescenti povertà, l’impegno per incentivare una maggiore partecipazione democratica e per sollecitare il superamento dei problemi riguardanti la sanità pubblica», conclude Lamberto. «Sicuramente uno dei problemi oggi è la formazione alla dottrina sociale, dunque, tra le varie competenze il ruolo della società civile, dei corpi intermedi. In un contesto dove sembra che tutto venga concesso per grande carità – afferma don Sergio -. L’altro tema è l’irrilevanza oggi dei cattolici e, dunque, la difficoltà dei politici a sostenere certi temi. In tutto questo resta difficile l’accompagnamento dei politici che fanno un percorso di fede».
Il rischio di «analfabetismo democratico»
Don Bruno nel suo intervento ha ricordato l’espressione usata dal presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella in occasione della settimana sociale di Trieste 2024. «Ha detto che nella condizione attuale c’è il rischio di analfabetismo democratico e se c’è analfabetismo democratico vuol dire che mancano le condizioni per capirci in campo politico. Il partito è lo strumento non è il fine. Giorgio La Pira spiegava che al centro della politica ci sta uno sguardo, che è lo sguardo della fede, lo sguardo di Dio sulla storia, che è lo sguardo che parte dagli ultimi». Così don Bruno dell’ufficio Cei durante la presentazione del suo libro a Messina.
«La politica ha bisogno di dare voce a chi non ce l’ha. E la politica deve essere l’impegno per tenere insieme una comunità. Il cuore dell’esperienza politica è il tema della fraternità. C’è bisogno che ci siano persone che sanno tessere le reti. Dobbiamo chiedere alla politica che ci tenga insieme come società. I cristiani devono imparare ad abitare le correnti della storia. Come diceva La Pira, nel mare ci sono le correnti superficiali che sono violente, nella profondità del mare ci sono le correnti che tendono a unificare, che tendono ad armonizzarsi. Noi dobbiamo imparare ad abitare le correnti profonde della storia. L’invito per tutti è quello di imparare non a fare surf. Il credente vive nella storia da sub, non da surfista».
La partecipazione come «concime» della democrazia
«L’incontro dimostra il nostro impegno per far riprendere la voglia di partecipazione, la passione alla politica – afferma il presidente nazionale Mcl, Alfonso Luzzi -. Per poter tenere più vicino lo Stato apparato con lo Stato comunità ci vuole un terzo pilastro, che è quello rappresentato dai corpi intermedi di questo Paese. Crediamo fortemente che Mcl, come tutte quelle associazioni che fanno parte di questo terzo pilastro, rappresenti il concime, il nutrimento, le fondamenta della democrazia. Rappresentano – conclude – tutte insieme l’elemento fondamentale per la democrazia e cioè la partecipazione».