L’assemblea del comparto Sociosanitario di Confindustria Sicilia, ha espresso profonda preoccupazione per la decisione della Regione Siciliana di riconoscere le rette di degenza soltanto fino al 5%. Una misura che — sottolineano le aziende del comparto — rende insostenibile la gestione dei servizi sociosanitari, poiché non garantisce la copertura dei costi minimi di esercizio. Le […]
Comparto Sociosanitario di Confindustria Sicilia dichiara lo stato di agitazione
L’assemblea del comparto Sociosanitario di Confindustria Sicilia, ha espresso profonda preoccupazione per la decisione della Regione Siciliana di riconoscere le rette di degenza soltanto fino al 5%. Una misura che — sottolineano le aziende del comparto — rende insostenibile la gestione dei servizi sociosanitari, poiché non garantisce la copertura dei costi minimi di esercizio. Le spese per il personale e per le materie prime, indispensabili per assicurare la qualità delle prestazioni e il rispetto dei livelli essenziali di assistenza, superano di gran lunga le risorse riconosciute, mettendo così a rischio la tenuta dell’intero settore.
«Non è più possibile garantire un servizio dignitoso e continuativo ai cittadini più fragili con rette ferme da oltre vent’anni — dichiara il presidente del comparto Sociosanitario di Confindustria Sicilia Francesco Ruggeri —. Le nostre aziende stanno sostenendo costi in continuo aumento, tra cui quelli del personale, che con i rinnovi contrattuali hanno registrato incrementi dell’11%». Le rette di degenza per le RSA, infatti, risultano immutate dal 2004 e, nel 2007, hanno addirittura subito una decurtazione del 5% in seguito al piano di rientro regionale. Un quadro che oggi, con l’aumento generalizzato dei costi, appare ormai insostenibile.