Attraversare a nuoto lo Stretto di Messina non è una semplice impresa sportiva, ma una delle prove più iconiche e, al tempo stesso, leggendarie che da secoli accende l’immaginario di atleti e avventurieri. Quest’anno, a renderla ancora più speciale, è stata l’energia del gruppo: 30 nuotatori hanno unito le forze per portare a termine insieme […]
Foto di Swimprove
Trenta nuotatori amatoriali attraversano insieme lo Stretto di Messina: «Una sfida di gruppo e alle correnti»
Attraversare a nuoto lo Stretto di Messina non è una semplice impresa sportiva, ma una delle prove più iconiche e, al tempo stesso, leggendarie che da secoli accende l’immaginario di atleti e avventurieri. Quest’anno, a renderla ancora più speciale, è stata l’energia del gruppo: 30 nuotatori hanno unito le forze per portare a termine insieme la traversata. Un’esperienza condivisa di coraggio e resistenza organizzata nei minimi dettagli da Swimprove, realtà che unisce alle attrezzature per il nuoto anche il coaching personalizzato.

Dal racconto all’idea
«Della traversata dello Stretto di Messina abbiamo sempre sentito parlare e, nel mondo del nuoto, ha una fascino incredibile», racconta a MeridioNews Marco Rossi, titolare insieme a Mattia Torrioni. «In passato, abbiamo preparato diversi atleti che poi hanno affrontato la traversata in maniera autonoma – spiega Rossi – Quest’anno avevamo già in mente di organizzare qualcosa, ma la casualità ha voluto che ci contattassero dal team della Traversata dello Stretto Amatoriale. Così, abbiamo deciso di fissare una data, qil 13 settembre, riservandola ai nostri atleti amatoriali».
L’allenamento
Dai sogni, quindi, si è subito passati ai fatti con allenamenti specifici e una pianificazione dettagliata. A prendere parte alla traversata sono stati 26 nuotatori, accompagnati da tutto il team di Swimprove, che mette insieme – oltre ai fondatori Rossi e Torrioni – Luca Sardi e Lorenzo Ventavoli, rispettivamente coach e responsabile commerciale. «A partecipare non sono stati i professionisti, ma persone che si sono avvicinate tardi al nuoto e che, con noi, hanno intrapreso un percorso negli anni – spiega Rossi – Alcuni, all’inizio, non riuscivano nemmeno a completare poche vasche in piscina e, adesso, hanno conquistato lo Stretto. Uno dei partecipanti aveva quasi 70 anni, mentre la più giovane ha affrontato la prova insieme alla madre: pur vivendo in città diverse, hanno condiviso quest’esperienza unica».
Il ruolo delle correnti
A rendere unica la traversata – da Capo Peloro, in Sicilia, a Punta Pezzo, in Calabria – sono le correnti. Ogni sei ore circa il flusso dell’acqua si inverte, generando correnti che possono superare i 5 nodi e creare vortici e deviazioni improvvise. La particolare morfologia dello Stretto amplifica questi fenomeni, trasformandoli in una sfida per nuotatori e imbarcazioni. «La traversata è lunga 3,2 chilometri in linea retta, anche se il percorso effettivo risulta un po’ più lungo proprio a causa delle correnti. Si sceglie un momento di calma, si parte in leggera controcorrente e poi se ne sfrutta qualcuna a favore. I barcaioli di Sicilia e Calabria hanno svolto un lavoro magistrale, interpretando le correnti, e i nuotatori si sono affidati completamente alla loro esperienza».
Si pensa al bis
Marco Rossi non ha solo preso parte all’organizzazione, ma ha indossato occhialini e cuffia per effettuare la traversata insieme agli altri partecipanti. «Dopo la nuotata introduttiva del giorno prima, alcuni avevano dubbi sulla temperatura e le correnti, appunto. La sera ci siamo ritrovati a cena insieme, seguita da una riunione su sicurezza, procedure e peculiarità dello Stretto». Anche per lui era la prima volta: «Ho partecipato a molte gare, ma questa è stata una cosa diversa: emozionante, con il fondo non visibile e il mare scuro, sbalzi di correnti e cambi di temperatura. Il prossimo anno vorremo raddoppiare, magari dedicando due date ai nostri atleti – conclude – Si tratta davvero di un’esperienza incredibile».