5 esperienze indimenticabili sull’Etna: le migliori attività da provare sul vulcano siciliano

Media o alta montagna, boschi o scenari lunari, passeggiate o trekking intenso. L’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa e patrimonio Unesco, è davvero per tutti, con i giusti suggerimenti. Con l’aiuto di Claudio Fazio, guida e fondatore di EtnaWay, abbiamo raccolto per voi 5 esperienze indimenticabili da fare sul vulcano siciliano: da scegliere in base alla giornata, al tempo, ai gusti personali. E, magari, da provare tutte.

Le grotte dell’Etna: per i tipi avventurosi

Tunnel sotterranei scavati dalla lava, aperture seminascoste, luoghi che suscitano leggende. Con più di 200 grotte censite, l’Etna offre molta scelta per gli amanti dell’avventura. La più nota – raggiungibile con un sentiero impegnativo da Piano Provenzana – è la grotta del Gelo, sul versante nord della montagna. Si tratta di un ghiacciaio perenne, il più a sud d’Europa, usato in passato dai pastori come riserva d’acqua. Lunga oltre 100 metri, arriva fino a 30 metri sotto la superficie e, al suo interno, si possono ammirare anche le scenografiche lave a corde. Importante, per la visita, è dotarsi di caschetto e torcia e, per chi non è esperto di trekking, decisamente meglio affidarsi a una guida. Come alternative più facilmente fruibili, consigliamo la grotta dei Lamponi e la grotta di Serracozzo.

La flora dell’Etna: per gli amanti della natura

Per chi ama la botanica, l’Etna è una continua scoperta, per via della sua varietà e della presenza di specie endemiche uniche. Come la Betula aetnensis: unico esempio nel Mediterraneo sopravvissuto all’ultima glaciazione. Una prova di forza della natura che si mostra in un bellissimo bosco vicino ai monti Sartorius: uno spazio incantato che, nel periodo di maggio e giugno, permette anche di ammirare delle bellissime orchidee. Senza dimenticare la romice: la pianta che, tra sabbie e rocce vulcaniche, si spinge più in alto di tutte, crescendo fino a 3000 metri. Seguita dalla camomilla dell’Etna (Anthemis aetnensis), che cresce fino a 2900 metri, e dall’affasciante fioritura della saponaria dell’Etna, simbolo del Parco dell’Etna.

I crateri sommitali: per chi non rinuncia alle sfide

Arrivare laddove anche il respiro è costretto ad adattarsi. Raggiungere l’area sommitale dell’Etna, oltre i 3300 metri, non è un’impresa impossibile. Ma per la quale serve certamente un po’ di allenamento e, obbligatoriamente, una guida esperta. Il tutto più che ripagato da una vista sopra le nuvole, su uno dei quattro crateri della cima del vulcano. Quando è consentito, è possibile raggiungere i crateri sommitali dal versante sud (più affollato) – dove si possono usare la funivia e i 4×4 per arrivare a 2500 o 2900 metri – e dal versante nord (più affascinante e meno affollato) – dove si può arrivare a 2900 metri con 4×4 – con camminate che possono superare anche i mille metri di dislivello.

La bottoniera dei Sartorius: per tutti, grandi e piccoli

Come una collana di perle, tutte in fila. È la bottoniera dei Sartorius, sette crateri allineati, intitolati a Wolfgang Sartorius von Waltershausen, geologo e cartografo tedesco che con i suoi studi contribuì alla conoscenza del vulcano siciliano. Raggiungibile dalla strada regionale Mareneve, dai pressi del Rifugio Citelli oppure da Monte Baracca, il trekking verso i Sartorius è agevole e adatto a tutti. Ma non scontato: oltre al vicino bosco di betulle, è possibile anche ammirare la colata lavica dell’eruzione del 1865, che durò per ben 5 mesi.

I paesaggi della Mareneve: per chi ama i ritmi lenti

La Mareneve è la strada che forse meglio riassume la varietà di scenari dell’Etna. Imboccata da nord o da est, percorribile in auto o seguendo i sentieri a piedi, si incontra una fitta vegetazione, come quella del bosco Ragabo. Un verde che, in un istante, lascia spazio a paesaggi lunari e al fiume di lava della colata del 2002. È possibile arrivare fino a Piano Provenzana, con una vista dominata dal cratere di nord-est, da Pizzi Deneri e dal magnifico Monte Frumento delle Concazze per poi riscendere verso il piccolo paese di Milo, attraversando il Bosco della Cerrita e la colata lavica del 1971, dove ci si può rilassare, assaggiare i prodotti tipici della zona e godere ancora di una splendida vista, ma stavolta sul mare: dal porto di Riposto alla baia di Naxos, fino a Taormina.


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