Scicli, dossier sui presunti rapporti con la mafia Il ministero deciderà se sciogliere il Comune

Il ministero dell’Interno si dovrà pronunciare sulla richiesta di scioglimento per mafia del Comune di Scicli, in provincia di Ragusa. Ieri il prefetto ibleo Annunziato Vardè ha chiuso l’istruttoria, avviata dopo le indagini – con l’accusa di concorso esterno per associazione mafiosa – a carico dell’ex primo cittadino Franco Susino. Il sindaco si è dimesso lo scorso dicembre, dopo le crescenti pressioni politiche giunte a seguito degli elementi raccolti dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania nei suoi confronti. 

Dal lavoro degli inquirenti sono emersi i presunti interessi del clan mafioso Cappello di Catania nel Comune sciclitano. Nel settembre 2013, infatti, sono stati arrestati cinque netturbini, accusati di essere affiliati alla consorteria mafiosa etnea. Poco meno di un anno dopo, nel luglio 2014, nei confronti di Susino è stato spiccato un avviso di garanzia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Nel corso del suo interrogatorio Franco Susino si è dichiarato estraneo ai fatti e ha rigettato le accuse relative ai presunti contatti con Franco Mormina, arrestato con l’accusa di essere a capo di un’organizzazione dedita a estorsioni, truffe, violenze private e furto aggravato. Secondo la Dia, la cosca avrebbe gestito con metodi mafiosi l’affissione dei manifesti elettorali e degli stalli del mercato cittadino, e avrebbe ottenuto il controllo della ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti nel Comune ibleo.

La relazione del prefetto Vardè giunge dopo oltre tre mesi di indagini svolte da un’apposita commissione sull’attività amministrativa. Il dossier completo è stato inviato a Roma, e il ministero dovrà valutare se sciogliere il Comune oppure richiedere nuovi approfondimenti. 


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