Oggi il legale Goffredo D'Antona ha presentato nuovi documenti - un articolo di MeridioNews e un video degli attivisti - a sostegno delle denunce già presentate, per dimostrare che i lavori e le attività all'interno del cantiere che ospita l'impianto vanno avanti, nonostante la sentenza del Tar li abbia dichiarati abusivi
Associazione Atria: «Sequestrate il Muos» Il fascicolo sul tavolo del procuratore
Sul tavolo del procuratore capo di Caltagirone, Giuseppe Verzera, c’è il fascicolo sul Muos. E la richiesta da parte dell’associazione antimafie Rita Atria, che da anni segue la vicenda dell’impianto statunitense, di mettere i siglli all’intera area dove sorgono le parabole, visto che i lavori eseguiti sarebbero abusivi.
Già nel luglio del 2013, il legale Goffredo D’Antona aveva presentato il primo esposto denunciando il «grave illecito edilizio e ambientale, nonché la consequenziale omissione degli enti preposti ai controlli». Una nuova denuncia si è aggiunta nel marzo del 2014 ed evidenziava la mancanza della concessione edilizia, ritenuta dalla legge non necessaria solo se le opere destinate alla difesa nazionale siano realizzate dallo stesso ministero della Difesa. Invece in questo caso si tratta di uno Stato estero, gli Usa.
La strada che mira a dimostrare che i lavori effettuati sono abusivi – piuttosto che l’altro filone sui rischi per la salute – è risultata quella vincente, alla luce della recente sentenza del Tar di Palermo che in larga parte mette nero su bianco molti degli elementi contenuti nelle denunce dell’associazione Rita Atria alla procura di Caltagirone.
Per questo, l’avvocato D’Antona, nelle ultime settimane ha integrato per due volte i suoi esposti. Prima, portando a sostegno dei suoi atti proprio la sentenza dei giudici amministrativi. Da ultimo, stamattina, depositando due ulteriori documenti: l’articolo di MeridioNews con le dichiarazioni del’ambasciata statunitense a Roma, che spiega come siano in corso delle prove di trasmissione, e un video degli attivisti No Muos in cui sono visibili, all’interno della base Usa di Niscemi, operai al lavoro e mezzi pesanti per il movimento terra. Prove che dimostrano come, nonostante la sentenza del Tar, si continui a intervenire su un’opera dichiarata abusiva.
La richiesta presentata già quasi due anni fa, viene quindi ribadita con più forza: sequestrare l’intera area del Muos. L’incontro tra il legale dell’associazione Rita Atria e il procuratore Verzera, è stato definito cordiale e con elementi d’interesse.
E’ verosimile che, se qualcosa dovesse succedere, i prossimi giorni saranno decisivi.