La storica struttura, di proprietà dell’azienda Arnas, era stata sottoposta da qualche anno ad una operazione di restauro che prometteva di tornare a fare risplendere uno dei tanti gioielli del patrimonio storico palermitano. I due criminali hanno agito con un terzo complice riuscito a fuggire ma alla cui identità gli agenti sono già risaliti.
Furto a palazzo Bonagia Arrestati due giovani palermitani
La Polizia di Stato, ieri pomeriggio, ha arrestato due palermitani Francesco Tuzzolino, 24enne della Kalsa e Salvatore De Lisi Salvatore, 28enne della zona della Marina, per il reato di furto aggravato in concorso.
Quella degli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, oltre che una azione di repressione del crimine, è stata, indirettamente, una operazione di salvaguardia del patrimonio artistico cittadino. I due malviventi avevano, infatti, già da qualche minuto puntato lo storico palazzo Bonagia di via Alloro, fiore all’occhiello dell’architettura civile settecentesca, ridotto ad un rudere dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La storica struttura, di proprietà dell’azienda Arnas, era stata sottoposta da qualche anno ad una operazione di restauro che prometteva di tornare a fare risplendere uno dei tanti gioielli del patrimonio storico palermitano.
Ieri pomeriggio, Tuzzolino e De Lisi hanno rischiato di vanificare gli esiti parziali di quest’ opera di recupero; dopo aver divelto il muro di cinta che delimita l’area di pertinenza dello stabile vi si sono introdotti raggiungendo un balcone a terrazza della struttura.
L’allarme è scattato quando una pattuglia in servizio di prevenzione e controllo del territorio ha notato gli strani movimenti dei malviventi: tempestivamente, numerose altre pattuglie sono giunte a cingere l’edificio. I poliziotti, entrati attraverso una fenditura sul muro, probabilmente creata dagli stessi ladri, li hanno raggiunti ed ammanettati, nonostante un improbabile tentativo di fuga.
Tuzzolino e De Lisi avevano già portato a termine l’opera di smantellamento di mattonelle in cotto da una ampia porzione di terrazza: plausibile e paradossale che il loro obiettivo, più che il prezioso cotto fosse il sottostante impianto di grondaie in rame che, per altro, era già stato asportato e pronto per essere portato via. I due hanno agito con un terzo complice riuscito a fuggire ma alla cui identità gli agenti sono già risaliti.