Domani sera il Palermo affronterà una squadra di metà classifica. La cosa insolita è che si tratta della terza squadra più vincente nella storia del calcio italiano, l'Inter di Milano. Ma nonostante i tempi d'oro siano lontani, per i rosa la partita non si presenta facile a causa dell'emergenza nel reparto difensivo
Palermo, domani la sfida all’Inter La big è in crisi, ma è allarme difesa
Domani sera, nel posticipo della terza giornata di ritorno della serie A di calcio, il Palermo affronterà in trasferta una squadra di metà classifica. Nulla di strano nell’arco di un campionato, ma se l’avversaria di turno è l’Inter la frase assume un significato diverso e obiettivamente fa un certo effetto. Per storia, blasone e tradizione la compagine nerazzurra è una big nel panorama calcistico nazionale ma, in questo momento, lo è solo sulla carta. Sono lontani anni luce i tempi d’oro. I nerazzurri devono fare i conti con una cruda realtà e con una deludente situazione di classifica (la squadra ha 26 punti, quattro in meno dei rosanero da soli al settimo posto) appesantita da un’evidente crisi di risultati.
Mancini, subentrato lo scorso mese di novembre a Mazzarri, non ha invertito il trend negativo (la media è di un punto a partita in dieci giornate) e non ha impresso quella svolta auspicata dalla dirigenza. Due sconfitte consecutive in campionato e l’eliminazione ai quarti di finale di Tim Cup ad opera del Napoli certificano il momento di difficoltà di una squadra che fatica a ritrovarsi. L’Inter, insomma, è allo sbando ma il Palermo non deve “fidarsi” e non può cullarsi sugli allori. Potrebbe essere proprio l’affanno dei nerazzurri la principale fonte di pericolo. Al “Meazza” gli uomini di Iachini troveranno una squadra affamata di punti e “obbligata” a vincere per rialzare la china e dispensare pillole di serenità ad un ambiente sull’orlo di una crisi di nervi come ha dimostrato domenica scorsa, a Reggio Emilia, l’acceso confronto dialettico tra Icardi e i tifosi nerazzurri al termine della gara persa contro il Sassuolo. In casa rosanero, inoltre, il suono del campanello d’allarme è amplificato dall’emergenza nel pacchetto difensivo privo dello squalificato Andelkovic e dell’infortunato Vitiello (out per almeno due settimane a causa di una lesione muscolare di secondo grado al retto femorale destro rimediata in occasione della gara contro il Verona) e svuotato da alcune operazioni in uscita condotte durante la sessione invernale di mercato.
Fattori di natura psicologica spostano l’asse del match verso i padroni di casa ma, pesando le forze in campo, l’ago della bilancia pende nettamente dalla parte dei rosanero. Il Palermo sta molto meglio dell’Inter e, soprattutto, rispetto all’Inter è una “squadra”. Seguendo il percorso tracciato a San Siro sponda Milan alla decima giornata, Iachini ha tutte le carte in regola per imporre la propria sagacia tattica facendo leva nuovamente su un collettivo compatto e con meccanismi di gioco consolidati al cospetto di un’avversaria che non ha una precisa fisionomia e che, di fatto, è ancora un cantiere aperto. Un surplus di motivazioni, inoltre, è alimentato dalla cabala. Il Palermo non ha mai vinto a San Siro contro l’Inter nell’era Zamparini e anche per questo motivo vorrebbe aggiungere un’altra perla alla preziosa collana che sta prendendo forma in questo campionato ricco finora di soddisfazioni.
«Ci aspetta una partita difficile. Affrontiamo una squadra molto forte guidata da un grande allenatore – ha sottolineato il tecnico Iachini – servirà un Palermo perfetto ma il lavoro dei miei giocatori mi dà fiducia. Mi auguro che chi scenderà in campo possa togliersi una grande soddisfazione». Sono ventitré i convocati di Iachini. Uomini contati in difesa per il tecnico marchigiano orientato a dare fiducia nella linea a tre a Terzi e Daprelà ai lati di Gonzalez, l’unico titolare effettivo a disposizione. Il ventaglio di opzioni offre anche la soluzione Ortiz ma il debutto da titolare del paraguaiano classe 1992, acquistato in prestito con diritto di riscatto dal Cerro Porteno, al momento sembra prematuro.
Nodo da sciogliere anche a centrocampo. Senza Maresca, ancora ai box, dovrebbe essere confermato il croato Jajalo in cabina di regia supportato nella batteria centrale da uno tra Rigoni e Bolzoni (il primo è in vantaggio nel ruolo di interno destro) e Barreto. La terza new-entry è Rispoli. L’esterno destro, arrivato l’ultimo giorno di mercato dal Parma in prestito con diritto di riscatto, almeno inizialmente dovrà convivere con lo status di vice-Morganella e domani andrà in panchina.