Una riflessione, guidata da Santina Sconza dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, per ricordare la morte dei fratelli Hans e Sophie Scholl e di Cristoph Probst avvenuta il 22 febbraio di 72 anni fa. I tre giovani furono i primi membri dell'associazione studentesca arrestati. Dopo un processo durato poche ore, furono condannati alla ghigliottina
A Officina rebelde la proiezione del film La rosa bianca Gli studenti di Monaco che sfidarono il nazismo
Una proiezione per ricordare – anche attraverso un dibattito – la resistenza al regime nazista organizzato da un gruppo di giovani studenti, i membri de La rosa bianca. Il film di Marc Rothemund ricostruisce la tragica vicenda della esecuzione dei fratelli Hans e Sophie Scholl e di Cristoph Probst, uccisi il 22 febbraio 1943 con l’accusa di sabotaggio dello sforzo bellico e propaganda contro Adolf Hitler. In occasione dell’anniversario, il 22 febbraio, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia e Officina Rebelde terranno un incontro nella sede di quest’ultima in via Coppola 6 alle 21. Il dibattito verrà guidato da Santina Sconza, presidente provinciale dell’Anpi.
Il film – che vede protagonisti Julia Jentsch, Fabian Hinrichs e Gerald Alexander Held – ripercorre la cattura, la brevissima prigionia e la morte dei fratelli Scholl e di Probst, i primi membri dell’associazione a essere uccisi dal regime. La loro colpa, aver diffuso volantini che invitavano i tedeschi a sollevarsi contro il führer, fu punita con la ghigliottina. La sentenza, emessa dopo nemmeno quattro ore di processo dal giudice Roland Freisler, condannava i tre giovani alla revoca della vita, dell’onore e dei diritti di cittadini.
Nel corso degli anni anche gli altri affiliati alla Rosa bianca vennero catturati e processati: il professore Kurt Huber, Alexander Schmorell, Willi Graf, Hans Leipelt e Heinz Kucharski (l’unico, quest’ultimo, a salvarsi). L’esecuzione di quelli che erano membri della borghesia tedesca, giovani universitari cattolici, fu uno degli elementi che stupì anche all’epoca persino i sostenitori più fedeli del nazionalsocialismo. Il percorso che ha permesso a quei giovani, cresciuti immersi nella propaganda, di mantenere un’obiettività e una forza d’animo impressionanti sono caratteristiche che anche oggi – a 72 anni di distanza – fanno crescere un’autentica ammirazione nei loro confronti. E il loro insegnamento sarà al centro della riflessione che seguirà la proiezione.