I dati ufficiali dei tagli operati da Roma a danno della nostra Isola si conosceremo dopo l'ultimo passaggio del provvedimento da Montecitorio. Per ora ragioniamo sui numeri che ci ha fornito Anci Sicilia. A rischio Formazione professionale (Avviso 20) e Tirocini formativi. Le poche iniziative salvate
Le opere che la Sicilia perde dopo il Pac-beffa di Renzi Addio ai fondi per le scuole e per l’aeroporto di Comiso
Il Senato della Repubblica ha dato il via libera alla legge di Stabilità, che ormai sostituisce Bilancio e Finanziaria. Per il Sud e, in particolare, per la Sicilia, si profilano pesanti penalizzazioni. La parola passerà adesso alla Camera per il sì definitivo. Per capire quello che succederà, bisognerà aspettare il passaggio da Montecitorio e la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale. Detto questo, alcuni elementi sono desumibili fin da adesso.
Il primo elemento politico che si coglie dalle polemiche, anche roventi, di queste ore è che il Governo Renzi, con l’umiliazione inflitta a tutto il Mezzogiorno, dimostra, ancora una volta, che dall’ultimo Governo Berlusconi ad oggi, rispetto alla questione meridionale, si è andati di male in peggio: ogni Governo del Paese che si è susseguito dal 2006 fino ai nostri giorni ha dimostrato di essere peggiore del precedente.
Il Governo Renzi – con l’avallo dei parlamentari di Camera e Senato (anche con riferimento a deputati e senatori eletti in Sicilia) – ha tagliato al Sud 3,5 miliardi di euro. Si tratta di risorse Pac (Piano di azione e coesione). Fondi nazionali ed europei, destinati al Sud d’Italia, che erano stati riprogrammati dall’ex Ministro, Fabrizio Barca. Stanziamenti che il Governo nazionale ha tolto al Meridione per foraggiare sgravi contributivi ad imprese che, per lo più, stanno nel Centro Nord Italia.
Come fa notare giustamente ANCI Sicilia, le motivazioni addotte dal Governo Renzi per giustificare lo scippo di questi fondi al Sud danno la misura del degrado, culturale prima che politico, in cui è scaduta la politica italiana, con in testa il Pd e il centrosinistra, che dimostrano, molto più della vecchia Lega di Bossi, un profondo spirito antimeridionale.
Il Sud, avendo programmato quest’anno la spesa dei propri fondi, li avrebbe spesi da qui al 2017. Troppo tardi, ha detto Renzi, che nella recente visita a Catania aveva sostenuto l’esatto contrario, e cioè il rilancio del Sud attraverso la programmazione. I fondi che il Sud non potrà spendere da qui al 2017 potranno invece essere utilizzati dalle imprese del Centro Nord Italia. Quando? Da qui al 2017.
Morale: sopra la linea Gotica i fondi si possono programmare e spendere in tre anni; sotto la linea Gotica bisogna correre, sennò Renzi ci toglie i soldi. Questo è il Governo italiano di centrosinistra.
Proviamo, adesso, a capire cosa resta e cosa perde la Sicilia grazie al Governo Renzi, al Pd (compresa la minoranza di questo Partito), all’Udc e, in generale, alle forze politiche che appoggiano l’attuale esecutivo.
Secondo ANCI Sicilia, che ci ha fornito questi dati, dovrebbero restare disponibili i fondi della Formazione professionale. Anche se su questo punto i pareri non sono concordi.
Si dovrebbero essere salvati i 90 milioni di euro destinati alla Crias per un bando che riguarda artigiani e turismo. Disponibili anche altri 50 milioni di euro, sempre per il turismo. E 50 milioni per anziani e infanzia (due settori che, come vedremo, sono stati fortemente penalizzati). Dovrebbero essere stati salvati i 100 milioni di euro per il collegamento stradale tra Licodia Eubea e Catania (strada che va a collegarsi con l’autostrada Palermo-Catania).
Proviamo, ora, a descrivere cosa perde la Sicilia. Il taglio più grosso – come il nostro giornale scrive da qualche settimana – riguarda gli anziani, i minori e l’infanzia, che perdono circa 250 milioni di euro. Il fatto è doppiamente grave. Perché il Governo Renzi ha già ridotto di due terzi circa i fondi della legge nazionale n. 328 (legge sulle attività sociali). Questi fondi, secondo gli accordi che Renzi non ha mantenuto, avrebbero dovuto sostituire in parte le risorse tagliate dalla legge 328.
Per la perdita di questi Fondi l’ANCI Sicilia ha già annunciato i ricorsi.
A rischio sono anche i circa 250 milioni destinati alla Formazione professionale (terza annualità dell’Avviso 20), ai Tirocini formativi e alle altre azioni previste dal Piano Giovani. Qualcosa in più, come già accennato, si capirà leggendo il testo della legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ma il pessimismo è d’obbligo, soprattutto per i Tirocini formativi. Se questi fondi si perderanno, la Sicilia dovrà ringraziare il Governo Crocetta e, soprattutto, l’ex assessore Nelli Scilabra e la dottoressa Anna Rosa Corsello, protagoniste del bailamme della scorsa estate.
Saltano i 45 milioni di euro per l’ultimo lotto dell’autostrada Siracusa-Gela. Saltano 25 milioni di euro per la strada a scorrimento veloce Nord-Sud (la Mistretta-Gela). Saltano – e questo è veramente incredibile! – i 30 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per le strade di collegamento dell’aeroporto di Comiso. Questo sta avvenendo con la sinistra al governo, a Roma e a Palermo. Un tempo la sinistra della provincia di Ragusa esprimeva parlamentari di alto profilo. Oggi la sinistra iblea esprime personaggi che sanno solo calare la testa per preservare lo scranno parlamentare.
Sarebbe interessante dettagliare,una per una, tutte le opere che i Comuni siciliani perdono. Ad Acireale, ad esempio, vengono tolti 2 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per la realizzazione della pista ciclabile Greenway e la sistemazione del pattinodromo. In questo, come in altri casi, si tratta di opere già avviate con gli incarichi assegnati. Da qui i possibili ricorsi.
Scompaiono quasi 60 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per le strade provinciali della Sicilia, praticamente abbandonate da due anni. Saltano anche 100 milioni di euro per il rischio idrogeologico (e qui spicca la totale assenza della classe dirigente messinese che, dopo le due alluvioni che hanno colpito questa provincia negli ultimi anni, avrebbe dovuto condurre una battaglia politica che, invece, non c’è stata).
Addio a 75 milioni di euro per la cosiddetta banda larga. E addio a 110 milioni di euro che erano destinati alle scuole siciliane. Fatto politicamente grave, che chiama direttamente in causa i renziani dell’Isola, che hanno impostato ben due campagne elettorali sul rilancio della scuola in Sicilia: le elezioni nazionali e le elezioni europee. Gli elettori siciliani che hanno votato i renziani perché pensavano a interventi in favore della scuola sono stati serviti a dovere!
Saltano anche 40 milioni di euro di credito d’imposta. E buona notte ai 30 milioni di euro che avrebbero dovuto finanziare il tanto celebrato Patto per i Sindaci. In questo caso lo schiaffo è al presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha celebrato questo progetto a destra e a manca. Del resto, sta fallendo miseramente il mega impianto fotovoltaico tra Butera e Gela (l’inchiesta di qualche settimana fa de L’Espresso è semplicemente impressionante). Non c’è da stupirsi se un’amara risata sta sommergendo anche il Patto per i Sindaci.