Lo denunciano i parlamentari regionali Giovanni Lo Sciuto, del Nuovo centrodestra democratico, e Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all'Ars. Ai tagli romani si sommano i mancati trasferimenti della Regione. E, soprattutto, le nomine dei Commissari straordinari operate dal Govero Crocetta in buona parte illegittime
Le ex Province regionali della Sicilia vicine alla bancarotta A rischio i servizi per scuole, bambini disabili e viabilità
Le Province siciliane, commissariate da Governo e Ars (ricordiamo che il Parlamento siciliano ha approvato una legge che ha abolito presidenti e consigli provinciali, manifestando, poi, totale incapacità nel completare la riforma) rischiano la bancarotta. Con effetti devastanti sui cittadini della nostra Isola che verrebbero privati di servizi essenziali, a cominciare dalla gestione degli edifici scolastici e delle strade.
L’allarme sulle Province è stato lanciato dai parlamentari regionali Giovanni Lo Sciuto, del Nuovo centrodestra democratico, e dal vice capogruppo di Forza Italia all’Ars, Vincenzo Figuccia, che ricopre anche l’incarico di coordinatore del suo partito a Palermo e provincia.
«Nel 2015 la situazione diventerà per davvero insostenibile», dice Lo Sciuto. Che aggiunge: «Ai tagli sanciti dall’ultima legge nazionale di stabilità (circa 70 milioni) si aggiunge, infatti, l’incertezza sui trasferimenti da parte della Regione. Ciò comporterà una netta riduzione dei servizi, fino a oggi obbligatori. Nello specifico, il trasferimento per la funzionalità delle scuole di secondo grado, per la manutenzione ordinaria e straordinarie delle strade, accanto alla diminuzione delle spese per i servizi sociali (trasporto bambini disabili, assistenza alla comunicazione e all’autonomia dei ragazzi con deficit sensoriali, in cima a tutti)».
«Se a questo si aggiunge anche la certezza della difficoltà a pagare gli affitti e le utenze delle strutture pubbliche direttamente finanziate dalle Province – spiega Lo Sciuto – il panorama appare realmente desolato. Per questo, convocheremo urgentemente i commissari delle Province per verificare assieme al Governo regionale lo stato dell’arte e individuare un percorso celere di iniziative volte a impedire la bancarotta di questi enti locali, al momento condannati al limbo dopo l’approvazione della legge che le abolirebbe e la proroga dei commissariamenti. Sicuramente, non possono essere i cittadini a pagare lo scotto di una programmazione governativa insufficiente e approssimativa».
«La finta riforma di Rosario Crocetta e la progressiva riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato e della Regione – aggiunge Figuccia – hanno portato le nove ex Province siciliane in una condizione di estrema difficoltà finanziaria, che produrrà a breve conseguenze devastanti sul territorio, nonché disagi e disservizi enormi alla popolazione. Mentre la Regione perde ancora una volta tempo, rimandando alla primavera provvedimenti legislativi basilari, e mentre Roma taglia le risorse che sino ad oggi hanno consentito di erogare servizi fondamentali ai cittadini, soprattutto a coloro che sono in difficoltà, gli enti rischiano il default».
«La sola ex Provincia regionale di Palermo – ricorda Figuccia – gestisce 165 edifici scolastici, 2.200 km di strade che collegano 82 Comuni, per non parlare dei servizi dedicati a disabili, sordomuti, non vedenti. Tutto questo, a breve, potrebbe saltare per mancanza di fondi. Già a fine dicembre potrebbero non essere rinnovate le convenzioni con gli enti che fanno assistenza, stesso discorso vale per le partecipate. Il tutto, nella più totale indifferenza di Palazzo d’Orleans e dell’Amministrazione regionale. Forza Italia chiede a Crocetta e compagni di intervenire subito, per fermare quanto possibile un percorso catastrofico».
Tutto questo succede mentre il Governo regionale di Rosario Crocetta ha da poco nominati i nuovi Commissari straordinari che sono, in buona parte, illegittimi, come raccontato dal nostro giornale qualche giorno fa con un’intervista all’avvocato amministrativista, Angela Barone, che, tra le altre cose, è anche dirigente regionale del Pd.
Insomma, alla crisi finanziaria si somma la confusione amministrativa creata dal Governo con nomine di Commissari straordinari piuttosto temerarie.