L’allarme della Fabi sul futuro di Sviluppo Italia Sicilia «Se la Regione non interviene si rischia la chiusura»

L’allarme lo lancia la Fabi siciliana: la situazione finanziaria di Sviluppo Italia Sicilia – società regionale ritenuta strategica dal Governo e dall’Ars – si aggrava di giorno in giorno. Ci sono problemi per il pagamento degli stipendi e degli arretrati ai 76 dipendenti. Così l’organizzazione sindacale ha chiesto un incontro all’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, e alla Commissione Bilancio e Finanze del Parlamento dell’Isola.   

Nel comunicato della Fabi si ricorda che il 26 Novembre il presidente della società, Carmelina Volpe, comunicava alle organizzazioni sindacali aziendali, il mancato pagamento della retribuzione del mese di Novembre. Tutto ciò a causa della mancanza di risorse finanziarie. Problemi, sottolinea sempre la Fabi, che si aggiungono al mancato pagamento della 14° mensilità del mese di giugno scorso, al mancato pagamento dei buoni pasto e dei contributi della previdenza integrativa.

Nel comunicato l’organizzazione sindacale ricorda che la stessa presidente Volpe ha precisato che, «senza un intervento del Governo regionale, le criticità finanziarie potrebbero portare alla cessazione delle attività». In pratica, alla chiusura della società. Il Governo si era impegnato a costituire un tavolo tecnico con i dirigenti di vari assessorati per trovare la possibile soluzione. 

Il tavolo tecnico con gli assessorati regionali è un passaggio centrale. Come si ricorda nel comunicato, Sviluppo Italia Sicilia ha prestato assistenza presso gli uffici dell’assessorato regionale all’Agricoltura in merito alla gestione del Piano di sviluppo rurale (Psr). Ma la commessa non è mai stata pagata. 

«Se l’assessorato all’Agricoltura pagasse Sviluppo Italia Sicilia, la società potrebbe pagare stipendi e spettanze arretrate», sottolineano alla Fabi.  

L’organizzazione sindacale sottolinea che, «senza un ingresso di nuove commesse, senza un’immediata immissione di liquidità e senza un concreto rilancio della società (ritenuta strategica dalla legge di stabilità regionale – art. 23 della L.R. n. 5 del 28/01/2014), accompagnato da una revisione del piano industriale della stessa, vengono messi a serio rischio sia le sorti della Società che dei suoi 76 lavoratori».


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