L’ANALISI/ Marziano batte Cafeo: ma gli sconfitti sono Lumia e Garozzo. Mentre Pippo Gianni si è fatto male da solo ‘abbuccando’ a sinistra

L’OPERAZIONE TENTATA CON LA NOMINA AD ASSESSORE REGIONALE DI GERRATANA ERA GIUSTA. IL CANDIDATO RENZIANO NON SUPERA IL CANDIDATO CUPERLIANO PER 47. A SALVARE L’EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI SIRACUSA E’ PACHINO

Nel commentare le elezioni regionali di ‘recupero’ andate in scena in provincia di Siracusa tanti osservatori si sono concentrati sulla sconfitta del presidente della Regione, Rosario Crocetta, dimenticando che l’operazione – fallita – di ‘impiombare’ il parlamentare regionale cuperliano del PD, Bruno Marziano, è stata ‘pilotata’ dal senatore Giuseppe Lumia e dai renziani, capeggiati dal Sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo.

Non bisogna dimenticare che Giovanni Cafeo, il candidato che avrebbe dovuto spodestare Marziano è, in primo luogo, vicino al Sindaco di Siracusa, Garozzo, e, in seconda battuta, renziano.

Se dobbiamo raccontare le cose per come sono andate, dobbiamo dire il ‘colpo gobbo’ tentato da Lumia e Garozzo non è riuscito per poco.

Per la cronaca, stando ai risultati delle elezioni regionali del 2012 – che in provincia di Siracusa sono state oggetto di ricorsi e sono finite al vaglio della magistratura amministrativa che, per la prima volta nella storia dell’Autonomia siciliana, ha deciso di far tornare alle urne gli elettori di nove sezioni tra Rosolini e Pachino – Marziano aveva circa 300 voti di vantaggio su Cafeo.

Recuperare circa 300 voti in nove sezioni non è facile. Per questo gli ‘scienziati’ del Governo regionale hanno nominato Piergiogio Gerratana – un giovane consigliere comunale di Rosolini – assessore regionale al Territorio e Ambiente. Operazione che Marziano ha denunciato come voto di scambio.

Marziano, con il senno del poi, non ha avuto tutti i torti a lamentare questa strana nomina a quindici giorni dal voto. Perché se andiamo a vedere i risultati elettorali, a Rosolini è andato a votare il 56 per cento degli elettori. Una percentuale alta rispetto a Pachino, dove si è recato alle urne il 33 per cento degli elettori.

Insomma, l’operazione Gerratana-Rosolini era giusta. I voti per Cafeo, a Rosoloni, sono arrivati super moltiplicati rispetto ai voti che aveva preso, sempre a Rosolini, nel 2012.

La domanda è: come ha fatto Marziano a salvarsi? Intanto, su quasi 300 voti di vantaggio su Cafeo, il parlamentare cuperliano ne ha conservati appena 47. Di fatto, Cafeo ha recuperato oltre 250 voti. Marziano si è salvato grazie a Pachino. E si è salvato perché il Sindaco di Pachino – che lo stesso Marziano ha contribuito a fare eleggere – gli ha dato una grande mano.

Direte: ma sono 50 voti. In un Comune come Pachino, in tre sezioni con il Governo regionale al gran completo e con il Sindaco di Siracusa che ‘remano’ contro, 50 voti sono tanti.

Marziano, insomma, deve dire grazie a Pachino.

Diverso il caso di Pippo Gianni, sconfitto da Pippo Gennuso. In questo caso Gianni si è ‘auto-incaprettato’.

Pippo Gianni è sempre stato un esponente di centrodestra. Viene dalla Dc e ha sempre ‘navigato’ tra i moderati. Dopo il suo ritorno all’Ars, nel 2012 (è stato anche parlamentare nazionale), per motivi misteriosi Gianni è passato, armi e bagagli, con il Governo di Rosario Crocetta.

Una scelta incomprensibile, almeno a chi osserva le cose dal di fuori degli ‘intrighi’. Gianni è stato, nella passata legislatura, un fiero avversario del Governo di Raffaele Lombardo. Un Governo, è noto, nato da un accordo dello stesso Lombardo con Lumia.

Quel Lumia che è il principale sponsor del Governo Crocetta. A rigor di logica, Gianni avrebbe dovuto essere avversario del Governo Crocetta, che è, alla fine – proprio per la presenza di Lumia – una continuazione, in termini di rapporti potere – del Governo Lombardo.

Ma la politica, talvolta, vive anche di ‘misteri’. E dobbiamo dire che, qualche tempo fa, in occasione di un appuntamento politico del PD, a Palermo, ci ha fatto una certa impressione vedere Pippo Gianni che si ‘stricava’ con dirigenti del Partito Democratico di fede renziana a assessori regionali.

Quel pomeriggio di qualche tempo fa abbiamo capito che Pippo Gianni era politicamente ‘arrivato’. Sensazione che abbiano notato di nuovo ascoltando, qualche giorno fa, gli attacchi dello stesso Gianni al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone.

Secondo Gianni, il presidente dell’Ars avrebbe dovuto opporsi alla celebrazione delle elezioni di ‘recupero’ disposte dal Consiglio di giustizia amministrativa (Cga). Come il presidente Ardizzone avrebbe dovuto opporsi non l’abbiamo capito, anche perché né Gianni, né un altro parlamentare regionale di Siracusa, Vincenzo Vinciullo, l’hanno spiegato.

Abbiamo provato a chiedere ‘lumi’ al telefono. Ma Vinciullo, da quando è passato nel centrosinistra del Nuovo centrodestra (o nel Nuovo centrodestra del centrosinistra: fate voi) non ci risponde più al telefono.

Gianni invece ci ha risposto. Ma le sue tesi – dobbiamo dire molto confuse – non ci hanno convinto.

Una convinzione, invece, ce la siamo fatta: e cioè che con il suo passaggio nel centrosinistra, tutto l’elettorato di centrodestra di Rosolini e Pachino avrebbe abbandonato Gianni e si sarebbe riversato su Pippo Gennuso. Cosa che abbiamo pensato, ma non abbiamo scritto. E che si è puntualmente verificata. Del resto, non ci voleva molto a intuirlo.

Alla fine, Pippo Gennuso ha vinto la sfida con Pippo Gianni non per i voti dell’Mpa, che ormai è scomparso: ma per i voti del centrodestra (soprattutto di Forza Italia).

Con Marziano, invece, abbiamo rischiato. Ci siamo fatti quattro conti e, prima dello spoglio, siamo arrivati alla conclusione che il deputato cuperliano avrebbe conservato un po’ di vantaggio. In questo caso abbiamo rischiato: ma abbiamo visto giusto.

Foto di prima pagina tratta da siracusa-online.it                  

 


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