Mercoledì sciopero dei lavoratori della Formazione. Tutti in piazza, ma senza colori e bandiere di questa o quella sigla

I LAVORATORI DEL SETTORE – CHIUSO DOPO 36 ANNI DA CROCETTA, SCILABRA & COMPANY – HANNO FINALMENTE CAPITO CHE DEBBONO FARE A MENO DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI. PERSONAGGI CHE, AL MASSIMO, LI USANO, STRUMENTALIZZANDOLI, PER REGOLARE I CONTI TRA POTENTATI E PARTITI A CUI FANNO CAPO

Uno sciopero di tutti i lavoratori della Formazione professionale per rivendicare il posto di lavoro.

Su impulso degli operatori ex sportellisti, conosciuti come ‘Vittime della rivoluzione crocettiana’, la manifestazione dovrebbe estendersi anche ai lavoratori dei comparti degli Interventi formativi e dell’Obbligo scolastico (Oif).

Mercoledì 1 ottobre, difatti, i lavoratori senza colori, bandiere e sigle di appartenenza si riverseranno nelle vie di Palermo per manifestare tutta la rabbia contro la decisione del Governo regionale di chiudere dopo 36 anni il settore della Formazione professionale in Sicilia.

Ex sportellisti, operatori degli Interventi formativi e dell’Obbligo scolastico (Oif), uniti protesteranno per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per una retribuzione certa.

In corso grandi manovre per ricompattare l’ambiente e riunire tutto il mondo del lavoro al di là delle sigle sindacali per dare una grande dimostrazione di coesione sociale in occasione dello sciopero del prossimo 1 ottobre.

Nei giorni scorsi proprio il leader della Cisl, Maurizio Bernava, aveva lanciato l’appello al mondo del lavoro del settore formativo: “Unirsi per imporre il vero cambiamento di fronte al cinismo, alla cattiveria ed all’abbandono sociale della Formazione professionale da parte del Governo Crocetta.”

La risposta dovrebbe arrivare mercoledì 1 ottobre con uno sciopero dei lavoratori a difesa del posto di lavoro che la legge regionale garantisce, ma che il Governo di Rosario Crocetta calpesta.

Insomma, finita una settimana di passione, per i lavoratori della Formazione professionale siciliana ne comincia un’altra con un crescendo rossiniano di tensione sociale.

Un’altra settimana di proteste e manifestazioni, anche a livello provinciale, per rispondere al Governo regionale del presidente Rosario Crocetta che, invece, prosegue la marcia inarrestabile verso lo sfascio definitivo della formazione professionale in Sicilia.

Appuntamento, come già accennato, mercoledì 1 ottobre. manifestazione a Palermo, ma in piazza anche nelle altre province dove i lavoratori presidieranno le sedi delle istituzioni.

La settimana che si è conclusa ha lasciato l’amaro in bocca. Lavoratori disperati perché non pagati chi da un anno, chi da due anni hanno minacciato il suicidio sul ponte della Circonvallazione di Palermo, di fronte i cancelli dell’assessorato regionale all’Istruzione e Formazione professionale. Qualcuno ha addirittura tentato di lanciarsi, bloccato per tempo da altri lavoratori.

Alcuni operatori sono stati denunciati ed adesso rischiano di subire un processo davanti ai giudici per interruzione di servizio pubblico. Mentre chi li ha lasciati senza soldi continuerà a massacrare la Sicilia.

Tutto questo perché? Per un pezzo di pane e la difesa di un posto di lavoro?

Prima dell’avvento del Governo regionale del presidente Rosario Crocetta, di Beppe Lumia e della pupilla/assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e dell’alleanza PD, Udc, Articolo 4, Drs di Totò Cardinale e Lista il Megafono c’erano ritardi nei pagamenti, ma non si era arrivati al punto di non ritorno che registriamo da qualche mese. Il posto di lavoro oggi non c’è più per almeno 4000 lavoratori, di fatto licenziati dall’esecutivo regionale. Situazione peggiorata per effetto dell’annuncio della sospensione del settore. Così i lavoratori licenziati diventano circa 8 mila, più i circa mille e 800 ex sportellisti.

E meno male – come diceva il presidente Crocetta – che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro. Un ‘Profeta’, l’attuale presidente della Regione.

Nota a margine

È davvero strana questa Sicilia che sa essere ‘omertosa’ anche di fronte al grido di disperazione lanciato da migliaia di lavoratori. Proprio così, poco si sa di quanto accaduto nei giorni di protesta furente davanti l’assessorato alla Formazione professionale. Poche immagini e poche righe scritte, come se una regia avesse deciso di abbassare le luci per impedire ai siciliani si osservare il dramma collettivo causato da una politica inadeguata ed incapace di garantire un pezzo di pane a chi per diritto lo aveva già.

Così come poco si è saputo della marcia di alcuni lavoratori che, recatisi a Roma nei giorni scorsi, hanno sensibilizzato le istituzioni civili e religiose, incontrando diversi parlamentari nazionali, sulla ‘macelleria sociale’ in atto in Sicilia nel silenzio generale.

Filiere interessate dalla recente decisione degli enti e delle società di sospendere tutto il personale dipendente a causa del mancato sblocco dei pagamenti da parte del Governo regionale e dell’assenza di atti giuridici vincolanti per l’avvio della terza annualità dell’Avviso 20/2011 e le prime e terze annualità formativi dell’Oif.

 

 


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