Sorpesa: Crocetta, quando era Sindaco di Gela autorizzò una piscina entro i 150 metri dalla battigia

IL PERSONAGGIO AL QUALE IL COMUNE ALLORA RETTO DALL’ATTUALE PRESIDENTE DELLA REGIONE POI E’ FINITO AL SOGGIORNO OBBLIGATO. A QUESTO PUNTO, VISTO CHE HA DENUNCIATO LA SUA EX ASSESSORE SGARLATA PER UNA STRUTTURA SIMILE SMONTABILE, IL GOVERNATORE, OGGI, SI DOVREBBE  QUANTO MENO AUTODENUNCIARE… 

di Roberto Sciascia

Tiene banco, tanto per cambiare, della serie “come mi sbarazzo dell’ennesimo assessore per cercare di mantenere a galla un Governo regionale più che traballante”, l’affaire dell’ormai ex assessore regionale Mariarita Sgarlata e della sua piscina privata (costruita in elevazione e, perciò, a quanto pare, anche smontabile).

Ormai l’elenco dei personaggi eccellenti sverniciati (per usare un linguaggio da motoGP) dal presidente Rosario  Crocetta è abbastanza lungo (Battiato, Zichichi, Cartabellotta, Marino, Lo Bello, Corsello, Savona) toccherebbe ora proprio alla Sgarlata, di fede renziana, a meno che non sia un escamotage per mantenere in giunta qualche picciridda fuori corso (della serie: la Sgarlata rimane assessore se non fate fuori ‘a picciridda fuori corso …).

Peccato che Crocetta utilizzi un argomento (la costruzione della piscina smontabile dell’assessore Sgarlata) che ancora una volta ne esalta le eccelse doti di personaggio contraddittorio (il termine fonosimbolico della lingua siciliana riferita ad una persona particolarmente loquace, ma priva di capacità effettive, per questo ritenuta scarsamente affidabile, sarebbe un altro di sciasciana memoria…).

Il governatore usa il pugno duro contro un presunto illecito edilizio (tutto da provare) di un suo assessore, ma chiude gli occhi su casi molto più gravi, difendendo l’indifendibile, non tenendo conto, persino, di averne, lui personalmente ed i suoi scagnozzi, combinate di peggiori quando era Sindaco di Gela.

La vicenda merita di essere posta all’attenzione di chi legge, perché, ove ce ne fosse bisogno, disvela, ancora una volta, la natura perfida e incoerente di Crocetta. Ovviamente, auspichiamo che serva come monito agli altri assessori in carica, ai pieddini ancora convinti di poter dialogare con questo inaffidabile personaggio (o a quelli che fanno finta di poterci dialogare – lo fanno da due anni! – per mantenere per altri tre anni ancora il privilegio dello scranno di Sala d’Ercole e il lauto stipendio di deputato regionale), all’opposizione che vagheggia di lanciargli una scialuppa di salvataggio, prostituendosi politicamente più e peggio di certi ex Governatori regionali, e via elencando.

Diceva Picasso che l’arte è mentitrice e bugiarda perché, già nel suo presupposto d’esistenza, crea uno schermo artificioso di finzione, un simulacro che vuole essere il collegamento con qualcosa che valga oltre l’opera stessa.

L’arte, sempre secondo Picasso, ci offre uno specchio irregolare ed imprevedibile, a volte concavo, a volte convesso, traslucido e deformante, uno specchio che altera la scontata esteriorità, come una superficie riflettente che smaschera l’ovvietà del reale, erroneamente considerata attendibile ed unica, mentendo, per elevare la conoscenza ad un livello di verità vera, non più visibile, ma percettibile solamente attraverso le emozioni.

Per l’appunto, anche in questo caso che ci accingiamo a raccontare, Crocetta sfiora le vette dell’arte, intesa come mentitrice, e ci fa emozionare come raramente accade (il problema è rappresentato, semmai, dal tipo di emozioni che provoca un racconto del genere, rapportato, dicevamo prima, alla vicenda dell’ormai ex assessore Sgarlata).

Dunque, siamo nel 2009, la Giunta comunale di Gela guidata dall’allora Sindaco Crocetta è nel pieno delle proprie attività (si fa per dire) tra le quali spicca la determinazione di formalizzare l’affidamento di un bene di proprietà comunale in disuso a dei privati che lo possano utilizzare e gestire al meglio.

Si tratta dello stabilimento balneare, di proprietà del Comune di Gela, sito in uno dei tratti di costa più belli del litorale gelese.

Lo stabilimento è in uno stato di totale abbandono (vedi Allegati 1, 2 e 3 consultabili sul blog di Roberto Sciascia: www.roberto-sciascia.net): è nel 2008 che, a quanto pare, cominciano le manovre per praticamente regalare questo stabilimento, in disuso, ad un gruppo privato, attraverso una presunta gara dalla quale esce come presunto vincitore (con due soli concorrenti) la Società Stone Club, di fatto, riconducibile ad un certo Emanuele Fraglica.

Il Fraglica, in corso di procedimento, piuttosto lungo e laborioso ha la sfortuna di interfacciarsi con l’allora dirigente del Settore Ecologia del comune di Gela, titolare del provvedimento finale di autorizzazione del progetto di manutenzione straordinaria dello stabilimento balneare in questione.

Per evitare di tediare oltre chi legge con un resoconto dettagliato, ma necessariamente prolisso, è possibile leggere copia della denuncia (Allegato 4) inoltrata alla Stazione dei Carabinieri di Gela (comandante Resciniti), a firma dell’allora dirigente del Settore Ecologia, dalla lettura della quale si evince di tutto e di più delle arroganti pretese del Fraglica, finalizzate non già a rimettere in sesto uno stabilimento balneare in disuso, nel rispetto delle leggi urbanistiche di settore, bensì a realizzare degli stravolgimenti sia dell’area asservita che dello stabile stesso, quali aumento di cubatura e destinazione d’uso diversa da quella originale, oltre alla realizzazione di una piscina: tutte previsioni irrealizzabili legittimamente.

La successiva nota, del dirigente di allora del Settore Ecologia, del 23 luglio 2009 (Allegato 5), in riscontro ad una nota piuttosto piccata dell’allora vicesindaco di Crocetta, avv. Nuara e inoltrata anche al Comando dei Carabinieri, chiarisce, oltre ogni ragionevole dubbio, la portata dell’operazione e la sua natura truf…, ove si pensi che, subito dopo, a quanto pare, ad opera del nuovo dirigente all’Ecologia, la pratica viene esitata favorevolmente, abusi compresi, tra cui una piscina interrata entro i 150 metri dalla battigia, in pieno arenile, notevolmente più grande di quella realizzata dalla dottoressa Sgarlata!

Ovviamente, la … e, per essa, il suo massimo rappresentante, si sono addormentati anche su questa inqualificabile vicenda e, con un’imperturbabile faccia da schiaffi, hanno lasciato esposto alle nemmeno tanto velate minacce dei prepotenti di turno chi ha sentito, ancora una volta, il dovere di denunciare atti, comportamenti ed iter tecnico-amministrativi da codice penale, il tutto condito, a quanto pare, da intercettazioni telefoniche che, disposte per altra indagine, inchioderebbero l’ex Sindaco Crocetta, l’allora dirigente tecnico del Settore Urbanistica del Comune di Gela, ingegnere Renato Mauro, e lo stesso signor Emanuele Fraglica alle loro responsabilità nella vicenda qui brevemente narrata.

Un pensiero, infine, va alla dottoressa Sgarlata, che, probabilmente, ormai orfana, a ragion veduta, della stima riposta nel suo Governatore, siamo certi, non rifarebbe nuovamente l’assessore regionale con un… personaggio di cui qui, ancora una volta, si è dato conto.

Nota a margine

Sul già citato blog di Roberto Sciascia i lettori possono consultare tutti i documenti di questa incredibile storia che riguarda il nostro presidente della Regione.

A Sciascia noi abbiamo chiesto: ma chi è questo Fraglica?

“Per quello che ne so – ci risponde Sciascia – è stato destinatario, da parte del Tribunale di Caltanissetta, di un provvedimento di soggiorno obbligato. Poi è stato tirato in ballo da due pentiti di mafia”.   

Una bella storia, insomma. Rimane una domanda: se Crocetta ha denunciato l’ormai ex assessore Sgarlata per una storia simile, anzi, per una storia meno grave, visto che la piscina dell’ex assessore era smontabile, oggi dovrebbe quanto meno autodenunciarsi…

 

 

 


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