Piano Giovani: i retroscena dell’affidamento di 5 milioni di euro ad Italia Lavoro

UNA STORIA POCO CHIARA SU COME IL GOVERNO REGIONALE HA DECISO DI FINANZIARE UNO DEGLI APPARATI

“Ritengo che Italia Lavoro abbia 5 milioni di motivi per avercela con me” . Con queste lapidarie parole la dottoressa Anna Rosa Corsello, ex dirigente generale dei dipartimenti regionali Formazione professionale e Lavoro, replica alla lettera di Italia lavoro pubblicata su un giornale on line.

Anna Rosa Corsello non usa mezzi termini e lascia chiaramente intendere che la revoca dell’affidamento sia legittima, oltre che perentoria. Altro non ha voluto dichiarare sulla spinosa questione degli affidamenti diretti, decisi dal Governo del Presidente Rosario Crocetta. Argomento, questo, che sicuramente terrà banco ancora per un po’.

Certo è che il retroscena di questo affidamento appare davvero scandaloso. Almeno a dare seguito a quanto abbiamo appreso.

Dalle indiscrezioni assunte sulla vicenda, sembrebbe, infatti, che la contrarietà della dottoressa Corsello all’affidamento di 5 milioni ad Italia Lavoro si fondasse sul merito e, quindi, sui contenuti e la procedura dell’incarico.

In effetti, rispetto all’importo oggetto dell’affidamento, i servizi che Italia Lavoro avrebbe dovuto rendere sarebbero stati davvero insignificanti. Parrebbe che, tra i compiti della società in ‘house providing’ della Regione siciliana, vi fosse la gestione delle procedure relative ai tirocini formativi svolgendo una ruolo di supervisor, di direzione dei lavori.

Altro compito, secondo le citate indiscrezioni, avrebbe dovuto essere quello di gestire un processo di riqualificazione messo in piedi senza le adeguate professionalità.

Non è tutto! Il Governo regionale nell’affidare i 5 milioni ad Italia Lavoro avrebbe messo a disposizione anche il portale informatico. Che senso ha, ci chiediamo, un simile affidamento con una spesa di 5 milioni di euro per svolgere compiti che gli uffici del dipartimento formazione professionale potrebbe evadere quotidianamente?

Se questa dovesse essere la verità, ci troveremmo di fronte ad un’operazione ‘borderline’. Avrebbe fatto bene la dottoressa Corsello, quindi, a revocare l’affidamento milionario per tutelare l’Amministrazione regionale.

Perché, allora, la dottoressa Corsello, in un primo momento, aveva proceduto all’affidamento dell’incarico?

Da quanto appreso, la dirigente generale aveva mostrato la sua contrarietà a questa operazione sin dall’inizio. Le stesse indiscrezioni confermerebbero che l’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, sia stata irremovibile.

Alla dirigente generale, quindi, non rimaneva che dare seguito al chiaro, inequivocabile e insistente indirizzo politico che vedeva l’affidamento di 5 milioni di euro ad Italia Lavoro per compiti davvero irrisori rispetto alla portata dell’impegno finanziario.

Sul perché la dottoressa Corsello abbia poi revocato l’affidamento è storia di oggi. E’ sufficiente leggere i contenuti della relazione presentata in Commissione Lavoro all’Ars, come riportati in altra parte del giornale, per comprendere le ragion, che abbiamo anche esplicitato, che hanno spinto la dottoressa Corsello alla revoca.

Se questa è la strada percorsa dal Governo Crocetta di togliere risorse alla ‘Formazione deviata’ per foraggiare l’apparato sul falso convincimento di creare opportunità per i giovani, qualcosa certamente non funziona e l’esecutivo regionale ha il dovere di porvi rimedio.


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