Renzi in Sicilia rende omaggio a Mina: parole, parole, parole…

Cosa sia venuto a fare, non si è capito. Non ha portato proposte, non ha annunciato una inversione di rotta sulle politiche economiche che stanno stritolando la Sicilia e tutto il Sud, non ha neanche annunciato che il Governo ha intenzione di stracciare qell’accordo capestro firmato da Crocetta secondo cui la Sicilia, in cambio di pochi spiccioli, ha rinunciato a contenziosi con lo Stato per svariati miliardi di euro. Non ha nemmeno chiesto venia per i prelievi forzosi che Roma impone al Governo regionale e che per quest’anno ammontano già a 950 milioni di euro, mentre la Sicilia è in ginocchio.

Insomma, il Premier Matteo Renzi, questo viaggio in Sicilia, se lo poteva proprio risparmiare. Dopo Napoli e Reggio Calabria, dove ha inscenato passerelle simili, a Termini Imerese e a Gela “le due capitali della crisi” come lui stesso le ha chiamate, non ha stupito nessuno. Solo parole, parole, parole…. Forse in omaggio alla grandissima Mina? In questo caso gli andrebbe dato atto di un fine gusto musicale.

Per il resto come detto, tutta fuffa: “Per gli ex lavoratori Fiat di Termini Imerese si troverà una soluzione prima che scada la cassa integrazione. Bisogna fare presto – ha aggiunto Renzi – dal momento che la cassa integrazione scadrà il 31 dicembre”.  Ammazza che notizia!!

E ancora: “Bisogna vincere la cultura della rassegnazione e dire che siamo nelle condizioni di fare le cose. Mi impegno a venire qui ogni tre mesi ;  faremo il punto sulla linea ferrata Messina-Palermo, sul dissesto idrogeologico, sulle scuole e sullo sblocco dei fondi europei”.  A proposito  di fondi europei ha aggiunto: “Bisogna fare di più, lo sforzo di Crocetta non basta”. Davvero?

Insomma, il solito Renzi show…

 


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Cosa sia venuto a fare, non si è capito. Non ha portato proposte, non ha annunciato una inversione di rotta sulle politiche economiche che stanno stritolando la sicilia e tutto il sud, non ha neanche annunciato che il governo ha intenzione di stracciare qell'accordo capestro firmato da crocetta secondo cui la sicilia, in cambio di pochi spiccioli, ha rinunciato a contenziosi con lo stato per svariati miliardi di euro. Non ha nemmeno chiesto venia per i prelievi forzosi che roma impone al governo regionale e che per quest'anno ammontano già a 950 milioni di euro, mentre la sicilia è in ginocchio.

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