I fiori all’occhiello della cultura siciliana esclusi dai finanziamenti. La protesta

I centri culturali siciliani protestano contro l’esclusione dalla finanziaria regionale approvata nei giorni scorsi dall’Ars. Dopo la soppressione della cosiddetta “tabella H” il governo Crocetta ha deciso di ammettere al finanziamento diretto solo alcune istituzioni e ha rinviato le altre, la maggior parte, a un bando con il quale saranno ripartiti fondi per dieci milioni.

La scelta viene contestata da un nutrito gruppo di fondazioni e di enti che hanno costituito un coordinamento. Ne fanno parte tra gli altri l’istituto Gramsci siciliano, la fondazione Leonardo Sciascia, il centro studi Pio La Torre, il museo Mandralisca di Cefalu’, la fondazione Gaetano Costa, il centro studi filologici e linguistici siciliano, la Societa’ siciliana di storia patria, il centro siciliano Sturzo, la fondazione Piccolo.

In una nota viene criticata la scelta della Regione di “finanziare direttamente un coacervo di istituzioni senza alcun criterio ne’ tipologico ne’ qualitativo, e rinviandone altre a un bando: una procedura piu’ obiettiva che, adottata per tutte nel 2013, e’ rimasta in vigore soltanto un anno”.

“Non si comprende – sottolineano gli esclusi – in base a quale principio di imparzialita’ alcune siano state favorite con il finanziamento diretto e altre invece danneggiate con il rinvio al bando: perche’ le prime accederanno immediatamente al contributo, mentre le altre, ammesso che lo ottengano, ne disporranno nella migliore delle ipotesi a fine dicembre, con obbligo di rendicontazione a fine anno: e cio’ equivale a vanificare il senso stesso di un sostegno ad attivita’ culturali che per essere tali hanno bisogno di essere programmate con molto anticipo”.

Nella foto di copertina il Ritratto dell’ignoto marinaio, uno dei capolavori del Museo Mandralisca


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