Pubblichiamo la lettera di un funzionario regionale che, per evitare 'camurrie', preferisce restare nell'anonimato. La dimostrazione che, sotto questo profilo, il 'codice etico' varato dalla commissione antimafia regionale non e' solo inutile: e' dannoso!
Ecco perché la Regione siciliana non paga i fornitori!
PUBBLICHIAMO LA LETTERA DI UN FUNZIONARIO REGIONALE CHE, PER EVITARE ‘CAMURRIE’, PREFERISCE RESTARE NELL’ANONIMATO. LA DIMOSTRAZIONE CHE, SOTTO QUESTO PROFILO, IL ‘CODICE ETICO’ VARATO DALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA REGIONALE NON E’ SOLO INUTILE: E’ DANNOSO!
Si fa un gran parlare di nuovo corso della politica, di riforme, di atti attraverso i quali far ripartire l’economia. Tutte belle iniziative se effettivamente si traducessero in fatti concreti. Purtroppo, il freno ai buoni propositi può arrivare da persone, non certo dagli uffici della Pubblica amministrazione che, da sempre lavorano male, dimostrandosi sordi a qualunque appello per migliorare i servizi da rendere alla collettività.
Io sono un funzionario della Regione siciliana, con esperienza ultra ventennale in un ufficio di un istituto periferico, che si occupa di contabilità. In buona sostanza, mi occupo del controllo della regolarità della documentazione giustificativa della spesa e, in seguito, dell’emissione degli ordinativi di pagamento a favore dei fornitori, oltre altri adempimenti amministrativi.
In quasi oltre 20 anni di servizio mi sono reso conto di quanta lentezza, disorganizzazione e, a volte, pressapochismo contraddistiguano il lavoro non di tutti, ma di molti. In base alla mia esperienza ho constatato che la struttura gerarchica degli uffici è, solitamente, un bluff, dal momento che i cosiddetti dirigenti non si sa bene cosa dirigano, ed il lavoro va avanti grazie alla buona volontà dei singoli impiegati che si formano e si informano da soli.
Potrei raccontare centinaia di episodi a testimonianza di quanto affermo, tuttavia mi limiterò a raccontarne uno, credo molto significativo, visto che parliamo di un argomento in questi giorni molto ‘gettonato’ dalla stampa: il pagamento dei debiti della Regione siciliana verso i fornitori. Dopodiché ognuno faccia le proprie considerazioni.
Dal giugno 2012 il Ministero dell’Economia ha provveduto a regolamentare la certificazione dei crediti di somme dovute dalla Pubblica amministrazione.
I vari dipartimenti della Regione siciliana, così come gli altri enti locali, hanno dovuto registrarsi presso una piattaforma elettronica istituita dal Ministero, e i singoli uffici avrebbero dovuto pubblicare tutti i debiti esistenti per permettere ai creditori di avvalersi di questa certificazione per ricevere denaro liquido dalle banche. Insomma, una volta acquisita la certificazione, le imprese possono prendere un po’ di ‘ossigeno’, facendosi anticipare almeno una parte delle somme che – nel nostro caso – dovrebbero essere pagate, in quanto debiti, dalla Regione siciliana.
Bene. Questa procedura prevede, per i singoli uffici, l’immissione di una password attraverso cui accedere al sistema. Nella fattispecie, gli uffici centrali (assessorati) devono comunicarla agli uffici periferici.
Di fatto – e questo sembra incredibile! – questa benedetta password non è mai stata comunicata! Il Ministero ha sollecitato più volte gli uffici della Regione siciliana. Ma senza successo.
Io, singolo funzionario, ho sollecitato al mio dipartimento (Beni Culturali) la fornitura della password. Niente da fare. Nessuna risposta. Ho comunicato – prima verbalmente e poi per iscritto – questa impossibilità ad ottemperare ad una norma di legge al dirigente dell’istituto dove presto servizio. Risposta: “Egregio collega, se ne occupi, ma non se ne preoccupi”.
Ebbene, a tutt’oggi la situazione rimane invariata. I fornitori non vengono pagati e in più non possono avvalersi di un diritto stabilito dalla legge. Tutto ciò provoca uno stato di frustrazione per chi vorrebbe lavorare con coscienza, ma non viene messo nelle condizioni di farlo.
Tutto questo a danno delle imprese e, di conseguenza, a danno del nostro Paese e, suppongo, anche delle imprese siciliane, perché tra i creditori ci sono anche imprese siciliane.
I lavoratori della Regione siciliana sono molti. La maggior parte è costituita da persone responsabili che svolgono un lavoro grazie al quale molti dirigenti incapaci raggiungono obiettivi che vengono bene remunerati.
Non aggiungo altro.
Nota a margine
Aggiungiamo qualcosa noi: il presidente della regione, Rosario Crocetta, ha detto che se le imprese non vengono pagate la responsabilità è del Ministero…
Poi una domanda: che fine ha fatto il mutuo da quasi un miliardo di euro contratto dalla Regione siciliana qualche mese fa?
Infine una domanda all’onorevole Nello Musumeci, che ieri ha presentato l’ ‘intelligente’ ‘Codice etico’ in salsa siciliana elaborato da una evidentemente sfaccendata Commissione Antimafia regionale da lui presieduta.
Il ‘Codice etico’ prevede, tra le tante cose – alcune utili, altre un po’ meno utili, se non inutili – il licenziamento per i dipendenti pubblici che rilasciano dichiarazioni.
Presidente Musumeci, che dobbiamo fare: rintracciamo questo funzionario e lo licenziamo?