Rifiuti/ I dubbi di Alongi: “Precludono la discarica di Bellolampo a molti Comuni per sviluppare business al latere?”

INSOMMA IL PARLAMENTARE REGIONALE DEL NUOVO CENTRODESTRA LASCIA BALENARE L’IPOTESI CHE A PALERMO E DINTORNI POTREBBE ESSERE IN CORSO UNA MANFRINA PER FAVORIRE I PRIVATI DI QUESTO SETTORE. CHIESTA L’AUDIZIONE IN ANTIMAFIA DI LEOLUCA ORLANDO, DEGLI ASSESSORI REGIONALI CALLARI E MARIARITA SGARLATA, DEL PRESIDENTE DELLA RAP, SERGIO MARINO, E DEL SUPERCOMMISSARIO MARCO LUPO

Sulla gestione dei rifiuti in Sicilia, dopo anni di silenzi (e di affari a nove zeri con lavori affidati senza gare, sotto gli occhi ‘distratti’ di tutte, ma proprio tutte le autorità), gli animi si cominciano a riscaldare. Oggi, così supponiamo, l’assessore regionale Salvatore Callari, dovrebbe rispondere all’ex assessore Nicolò Marino (del quale ha preso il posto), che, qualche giorno fa è andato giù pesante.

Si attende la solita conferenza stampa di Palazzo d’Orleans, con il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore Calleri che dovrebbero parlare delle tangenti nel complicato mondo delle energie alternative: energie che saranno ‘alternative’ rispetto agli idrocarburi, ma che a quanto pare non avrebbe nulla di ‘alternativo’ rispetto alle classiche ‘mazzette’.

Visto che si parla di affari, non dovrebbero mancare – soprattutto da parte di Calleri – le precisazioni sulle discariche.

Di discariche, anzi della discarica di Palermo – quella di Bellolampo, che è satura non si sa più da quanti anni, ha inquinato mezzo mondo, ma è sempre aperta – parla in un comunicato il parlamentare del Nuovo centrodestra, Pietro Alongi.

A differenza del leader di questo Partito, Angelino Alfano, e del capogruppo all’Ars, Nino D’Asero, che sono entrambi governativi – il primo a Roma, il secondo a Palermo – i deputati regionali di questa forza politica ‘mordono’ che è un piacere.

Alongi, per esempio – eletto nel collegio di Palermo – in un comunicato annuncia che “sull’ambiente non si fanno sconti”. Il deputato ha chiesto ufficialmente, durante la seduta della Commissione Antimafia, “un’urgente audizione per i problemi legati al conferimento dei rifiuti per la provincia di Palermo”.

“Non si possono applicare i classici due pesi e due misure – spiega Alongi – E, quindi, dobbiamo chiederci perché oggi a Bellolampo, se pur in rigida applicazione delle norme, possa versare soltanto il Comune di Palermo e nessun altro Municipio della provincia. Poiché, così facendo, tutti gli altri Comuni sono di fatto costretti a rivolgersi a discariche private distanti centinaia di chilometri, delle quali occorre in ogni caso verificare i requisiti”.

La ‘botta’ di Alongi è pesante. Il parlamentare tre cose. In primo luogo, chiede perché la discarica di Bellolampo – visto che è aperta – viene vietata a tanti Comuni del Palermitano. In secondo luogo, lascia capire che tutto questo costringe i Comuni del circondario a conferire i rifiuti presso le discariche private. In terzo luogo, lancia un mezzo interrogativo: i requisiti delle discariche private sono state controllate?

Alongi ha chiesto la convocazione del presidente della Rap, Sergio Marino, del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dell’assessore regionale all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità, Salvatore Callari, dell’assessore all’Ambiente, Mariarita Sgarlata e del commissario per la gestione dei rifiuti in Sicilia, Marco Lupo.

Il parlamentare parla di “una dovuta audizione visto che (anche alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno fatto emergere pericolose stratificazioni e connivenze, clientelismi e corruzione nella gestione di alcune discariche) non vogliamo correre il rischio che si perpetui un modus operandi il quale triplica la spesa per le amministrazioni comunali (già di per sé sull’orlo della bancarotta) con il ricorso alle discariche private per le quali, oltretutto, non è chiaro il possesso dei requisiti necessari alla salvaguardia dell’ambiente e alla salute dei cittadini, della fauna e della vegetazione, per non parlare delle falde acquifere. Le pubbliche, al contrario, devono immediatamente esibire questi requisiti”.

Quindi la denuncia, pesantissima: “Non vorremmo – conclude Pietro Alongi – che alcuni irrigidimenti sulle applicazioni delle norme sulla discarica di Bellolampo fossero utilizzati ad arte per sviluppare un business a latere sui rifiuti che crea danno erariale e all’habitat. Ripeto su questo tema condurremo una battaglia strenua in tutte le sedi”.


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