Blitz della dia nel quartiere zen di palermo. Gli uomini della direzione investigativa antimafia stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale del capoluogo siciliano, nei confronti di 17 persone, tra le quali vi e' anche il pluripregiudicato guido spina, classe 1965, definito dagli inquirenti ''referente della famiglia mafiosa dello zen''.
Palermo, blitz allo Zen: 17 arresti. Scoperta ‘la ‘roccaforte’ della droga
Blitz della Dia nel quartiere Zen di Palermo. Gli uomini della Direzione investigativa antimafia stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del tribunale del capoluogo siciliano, nei confronti di 17 persone, tra le quali vi e’ anche il pluripregiudicato Guido Spina, classe 1965, definito dagli inquirenti ”referente della famiglia mafiosa dello Zen”.
Le accuse nei confronti degli indagati – precisa la Dia palermitana in una nota – sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione. In particolare, Spina e’ ritenuto responsabile di aver diretto l’organizzazione mafiosa operante nel quartiere Zen, essenzialmente rivolta al traffico di sostanze stupefacenti e alla commissione di estorsioni, sia nei confronti di esercizi commerciali, sia degli abitanti dei cosiddetti padiglioni dello Zen.
Ancora, al capo clan del quartiere si contesta di avere gestito la ”cassa della famiglia mafiosa”, provvedendo anche al mantenimento in carcere degli affiliati detenuti.
Dotata di sofisticati sistemi di sicurezza, la sua abitazione, sita sempre nello Zen – sottolineano gli inquirenti – era una ”roccaforte” adibita a ”supermercato” della droga ”all’ingrosso e dettaglio”, frutto di ”una vera e propria catena di montaggio da parte di tutto il nucleo familiare” dello Spina stesso. Maggiori dettagli saranno illustrati oggi alle 11 nel corso di una conferenza stampa, presso la sede della Dia di Palermo, alla presenza del procuratore della Repubblica Francesco Messineo, dei procuratori aggiunti, Maria Teresa Principato e Vittorio Teresi e del direttore della Dia, Arturo De Felice.
FONTE: ASCA