Sono i minori che arrivano con i barconi. La novita' e' che non pagheranno piu' i comuni siciliani siciliani, ma lo stato e la regione. Resta da capire perche', su 300 centri aperti nell'isola, 250 sono gia' nelle mani dei privati. Il solito business con la scusa dell'assistenza?
Oggi a Palermo incontro sui centri per assistere i bambini stranieri
SONO I MINORI CHE ARRIVANO CON I BARCONI. LA NOVITA’ E’ CHE NON PAGHERANNO PIU’ I COMUNI SICILIANI SICILIANI, MA LO STATO E LA REGIONE. RESTA DA CAPIRE PERCHE’, SU 300 CENTRI APERTI NELL’ISOLA, 250 SONO GIA’ NELLE MANI DEI PRIVATI. IL SOLITO BUSINESS CON LA SCUSA DELL’ASSISTENZA?
Ad assistere i bambini stranieri che arrivano con i barconi non saranno i Comuni siciliani – che peraltro non hanno i soldi per fronteggiare queste spese – ma saranno lo Stato e la Regione.
A questa determinazione si è arrivati oggi, al termine di un incontro tra i rappresentanti del Governo regionale e una delegazione dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani). L’incontro si è svolto a Palermo, a Palazzo d’Orleans, sede del Governo dell’Isola.
Spiega il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta: “Abbiamo fatto chiarezza sullingarbugliato sistema dellaccoglienza dellimmigrazione, e sul problema dei costi dei minori stranieri non accompagnati, sinora lasciati sulle spalle dei Comuni, impossibilitati a farne fronte per mancanza di risorse finanziarie dopo i tagli ai trasferimenti di Stato e Regione. Saranno infatti Stato e Regione, come annunciato dallassessore Giovanni Bruno e come deciso la settimana scorsa nella conferenza Stato-Regione, a farsi carico di questi costi, mentre Comuni, sistema del Volontariato e del Terzo Settore continueranno a garantirne la gestione”.
Un Tavolo operativo, alla quale hanno preso parte, oltre ai rappresentanti dellANCI, i rappresentanti delle Prefetture, delle Questure, dei Comuni interessati dagli sbarchi (Palermo, Catania, Messina, Trapani, Augusta, Pozzallo, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Lampedusa, Caltagirone, Portopalo di Capo Passero) E poi lassessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, i rappresentanti del Dipartimento di Protezione Civile, le Associazioni del Volontariato (tra queste, Caritas, Croce Rossa, Save the Children Italia Onlus, Medici senza Frontiere), e ancora Acnur-Unhcr, Oim Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo, Simm, Società Italiana Medicina delle Migrazioni, e il Forum del Terzo Settore.
“Con lincontro di oggi – aggiunge Amenta – si rassicurano intanto i Comuni, molti dei quali già ad un passo del dissesto finanziario, considerato limpegno del Governo nazionale e di quello regionale di far fronte ai costi del ricovero dei minori stranieri non accompagnati. Chiarito questo, si è finalmente discusso delle competenze e delle responsabilità gestionali e finanziarie, per riordinare il caotico sistema dellaccoglienza in Sicilia che, ricordo, deve sempre tendere allintegrazione. Dalla Regione, quindi dagli assessorati di competenza – sottolinea ancora Amenta – è stata avanzata, pertanto, la proposta di un Tavolo tecnico-operativo, dove siederanno tutti i soggetti chiamati ad occuparsi di questa emergenza, quindi Prefetture, Questure, Comuni, Volontariato e Terzo Settore, per dare corso a quello che è stato definito il 1° livello dellaccoglienza, con il contributo delle Ipab, le strutture religiose e il Volontariato. Mentre nel 2° livello si tenderà ad ampliare il sistema ritenuto più che positivo degli SPRAR, creando, nel contempo, un Coordinamento regionale che pianifichi e verifichi”.
A proposito di verifiche, saranno subito avviate quelle relative ai Centri di Accoglienza per minori, per quantificare le spese e iniziare a trasformare tutte queste proposte e impegni in atti amministrativi e norme.
“Solo così – conclude il Vice Presidente di ANCI Sicilia, Amenta – e con lintervento dellEuropa, che non può continuare a stare a guardare, si potrà avviare un vero percorso di condivisione verso laccoglienza, lintegrazione e linterazione con i popoli a sud del Mediterraneo che, per le precarietà e la drammaticità di fatti interni ai loro Paesi, rischiano la vita. È compito nostro, di tutti, e non solo dei Comuni o del Volontariato o di quanti da anni sono impegnati nei soccorsi, dare loro la speranza di un futuro migliore”.
Resta da capire perché, in maggioranza, ad assistere questi minori sono i privati. In Sicilia si contano già circa 300 centri (ogni centro ospita 12 minori). Di questi, 250 sono privati e 50 della Regione.
Ogni minore costa 75 euro al giorno. Fino a ieri, 20 li erogava lo Stato a consuntivo e 55 euro erano a carico dei Comuni. Siccome i Comuni siciliani non hanno soldi, pagheranno lo stato e la Regione. Con quali soldi dovrebbe pagare la Regione siciliana, che è quasi fallita non l’abbiamo ancora capito…