Ragazzi: proviamo a mandare all'aria le ipocrite celebrazioni che le 'autorita' stanno 'ammannendo' per l'anniversario della strage di capaci. Chi ha difeso il processo sulla trattativa tra stato e mafia - liberi cittadini e forze politiche - organizzi una contromanifestazione per togliere la memoria di un grande siciliano a chi non merita nemmeno di pronuciare il suo nome
Non facciamo ricordare Giovanni Falcone a chi, oggi, sta delegittimando Nino Di Matteo
RAGAZZI: PROVIAMO A MANDARE ALL’ARIA LE IPOCRITE CELEBRAZIONI CHE LE ‘AUTORITA’ STANNO ‘AMMANNENDO’ PER L’ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI CAPACI. CHI HA DIFESO IL PROCESSO SULLA TRATTATIVA TRA STATO E MAFIA – LIBERI CITTADINI E FORZE POLITICHE – ORGANIZZI UNA CONTROMANIFESTAZIONE PER TOGLIERE LA MEMORIA DI UN GRANDE SICILIANO A CHI NON MERITA NEMMENO DI PRONUCIARE IL SUO NOME
Ragazzi, ci sono giornate nelle quali gli annunci e i fatti più improbabili si sovrappongono, togliendo anche il tempo di riflettere sulla triste fine che ha fatto il nostro Paese. E sulla fine che sta facendo la Sicilia.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che cerca di vendersi l’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto, nella speranza che i siciliani non si accorgano della presa in giro, trattandosi di una beffa degna, in tutto e per tutto, dell’attuale Governo regionale di ‘ascari’.
Poi c’è l’Assemblea regionale siciliana che si riunisce a dieci giorni dal voto per approvare una legge di scambio: legge e soldi per te, voti per me: senza ritegno!
Quindi il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, che si autoproclama socialista, ma vota per il PD di Renzi, non rendendosi conto di quanto tragicomico sia un atto del genere.
Infine abbiamo un comunicato dell’ufficio stampa dell’Ars che annuncia l’imminente arrivo del presidente del Senato, Piero Grasso, a Palermo in occasione delle celebrazioni per il ricordo di Giovanni Falcone.
Ci eravamo illusi che, dopo tutto quello che sta succedendo al Tribunale di Palermo – con lo smantellamento del pool antimafia – che, almeno per quest’anno, le ‘autorità’ ci avrebbero esentati dalle ipocrite celebrazioni di Giovanni Falcone.
Pensavamo: dopo tutto quello che hanno fatto al pubblico ministero, Nino Di Matteo, che continua a cercare la verità sulla trattativa tra Stato e mafia, almeno quest’anno se ne staranno a Roma.
Invece Piero Grasso, magistrato, oggi presidente del Senato – che non ha detto una sola parola sul tentativo di smantellare il pool antimafia di Palermo – anticipa addirittura la passerella con una ‘convegnessa’ a Palazzo Reale, sede del Parlamento dell’Isola, il prossimo 19 maggio.
Il segnale è chiaro: anche quest’anno li avremo tutti qui a blaterare la solita solfa: “Giovanni di qua, Giovani di là”.
Serve a poco ricordare i sinistri parallellismi tra ieri e oggi: la delegittimazione di Giovanni Falcone, ad opera del Csm (ma non solo) alla fine degli anni ’80; e tutte le polemiche che stanno accompagnando il processo sulla trattativa tra Stato e mafia in corso a Palermo (compresi i tentativi di scippare lo stesso processo a Palermo, per portarlo in ‘lidi giudiziari’ più accomodanti: operazione per fortuna fallita).
Per non parlare, ovviamente, del tentativo – che secondo noi andrà in porto – di sbaraccare il pool antimafia di Palermo.
A questo punto facciamo una proposta: perché coloro i quali hanno difeso il pm Di Matteo non organizzano una rievocazione di Giovanni Falcone a parte, lontana dalle ‘autorità’ dello Stato e dalle facce di bronzo che ogni anno, il 23 maggio, vengono qui a recitare la parte degli ‘amici’ di Giovanni Falcone?
Così ci sarebbero due manifestazioni.
Da una parte la manifestazione ‘officiale’, con le ‘autorità’ che fino ad oggi non hanno mai aperto gli archivi della strage di Portella della Ginestra, con il PD, l’Udc, i Ministri, con Piero Grasso e il suo immancabile accendino (quello che gli ha regalato Falcone e che esibisce ogni anno come un totem) e – ci dicono – anche con i soldi dell’Assemblea regionale siciliana e le sue belle borse di studio.
Dall’altra parte la manifestazione di chi ha difeso il processo sulla trattativa tra Stato e mafia, di chi ha difeso il pm Nino Di Matteo, di chi si batte contro il Muos di Niscemi.
Oggi, quello che non serve, davanti all’arroganza di certi personaggi, è l’unanimismo.
Andarsi a sedere accanto a quelli che hanno messo i bastoni tra le ruote ai pm del processo sulla trattativa tra Stato e mafia – che poi sono gli stessi che vogliono smantellare il pool antimafia di Palermo – è da farisei. Diciamo un grande “No” a questa sceneggiata.
Ben vengano le salutari divisioni. Anche per scombinargli i ‘giochi’. Perché questi ‘banditi’ vogliono approfittare delle celebrazioni per ricordare Falcone – che quest’anno cadono qualche giorno prima delle elezioni europee – per farsi la campagna elettorale.
Coraggio: facciamogli andare di traverso l’operetta oscena che hanno preparato con cura. Proviamo a dimostrare che non siamo tutti uguali.