La testimonianza: “Da Enna a Roma per il giorno dei due Papi”

IL RACCONTO DI CHI POTRA’ DIRE: C’ERO ANCHE IO…

di Mario Antonio Pagaria

Muoveva folle oceaniche da vivo e c’è riuscito anche da morto. Giovanni Paolo II, è il giorno del suo trionfo. Sono stato presente in una Roma piena a “tappo”, di pellegrini, 800 mila dicono i dati ufficiali, una fiumara umana che non si è veduta neanche ai tempi del Giubileo, poiché allora i milioni di persone che giunsero nella Capitale si “spalmarono” nell’arco dell’anno 2000. Questi giungono tutti in un giorno e non c’è Protezione Civile, Forze dell’Ordine che possano contenere tale afflusso. La coda per accedere in Piazza San Pietro inizia a formarsi alle tre di notte e la gente affluisce da Via della Conciliazione, compressa come le sardine, ogni tanto qualcuno si sente male, gli manca il respiro e qualcun altro urla che c’è bisogno del medico”.

Molti giovani hanno bivaccato con i sacchi a pelo in Via della Conciliazione per assicurarsi un posto in prima fila nel momento in cui Papa Francesco proclamerà santi il papa polacco di Wadowice in e quello di Sotto il Monte nel bergamasco. Due uomini accomunati dalla forza che promana dalla preghiera, due uomini con storie diverse ma due uomini che hanno fatto la storia. Giovanni Paolo II, il missionario, il portatore del vangelo alle genti, negli anfratti più reconditi del Mondo, l’uomo che si schierò contro il Comunismo ma anche contro il Capitalismo, l’uomo che urlò a squarciagola contro la mafia ad Agrigento e per questa sua presa di posizione i mafiosi gli diedero un forte segnale di rappresaglia assassinando il Beato don Pino Puglisi.

Giovanni XXIII, colui che ebbe il coraggio di convocare il Concilio Vaticano II in una Chiesa che ancora non era matura per tale avveniristico e pioneristico evento programmatico e che avrebbe suscitato le critiche di molti prelati, l’uomo che si appellò a Krusciov per evitare la III Guerra Mondiale. Sono presenti alla celebrazione di queste due canonizzazioni molti giovani che non hanno conosciuto né l’uno né l’altro papa, ma sono mossi dal fascino e dalla curiosità del loro messaggio universale. Ma vi sono molti anziani che li hanno conosciuti e non hanno voluto rinunciare alla calca, sottoponendosi ad immani sacrifici, pur di essere lì.

La folla è ordinata, tuttavia non mancano i cafoni che spingono, non mancano ragazzi che hanno capito ben poco dell’importanza storica dell’evento al quale stanno partecipando. E Papa Francesco nella sua omelia ha definito i Santi appena proclamati due uomini coraggiosi.  Due eroi veri e propri, che non hanno esitato a testimoniare Cristo in ogni momento della loro vita accomunati dalla malattia, dalla sofferenza che ha posto fine alla loro vita. Il Papa ha ringraziato gli organizzatori della giornata perché, tutto sommato, non si sono verificati incidenti, poi, con la “Papamobile” ha compiuto il giro della Piazza salutando la gente.

Mario Antonio Pagaria

Sulla canonizzazione del “Papa buono” e di Papa Wojtyla l’ombra di Papa Ratzinger e del terzo segreto di Fatima?


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