Non hanno nemmeno trent’anni la maggior parte degli arrestati questa mattina – nell’ambito dell’operazione Dazio – per estorsione, lesioni personali commesse in più persone riunite con utilizzo di armi e violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso. Adesso si trovano in carcere Giuseppe Caruso (37 anni), Maurizio Sottile (23 anni), Giovanni Miceli (29 anni), Gianluca […]
«Se non mi fai un cocktail ti sfondo tutto». Così il gruppo agiva all’interno della discoteca Ecs Dogana
Non hanno nemmeno trent’anni la maggior parte degli arrestati questa mattina – nell’ambito dell’operazione Dazio – per estorsione, lesioni personali commesse in più persone riunite con utilizzo di armi e violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso. Adesso si trovano in carcere Giuseppe Caruso (37 anni), Maurizio Sottile (23 anni), Giovanni Miceli (29 anni), Gianluca Zimbone (25 anni) e Christian Carmelo Patané (29 anni), mentre Concetto Penna (23 anni) è ai domiciliari con braccialetto elettronico. Il gruppo era guidato da un minorenne, un giovane di 15 anni legato da parentela ad Andrea Nizza, rappresentante dell’omonimo clan mafioso.
L’indagine è scattata in seguito a un pestaggio dello scorso febbraio all’interno della discoteca Ecs Dogana: non un caso isolato e sempre mirati, secondo l’accusa, a fare pressione sul titolare e i dipendenti per ottenere ingressi e consumazioni gratuite. Configurando un’estorsione ambientale. Gli indagati avrebbero minacciato e picchiato barman e buttafuori usando frasi come «Se non mi fai un cocktail, giro e ti sfondo tutto» o «Stai zitto, altrimenti ti taglio le mani». Uno dei fatti più gravi sarebbe accaduto la sera del 27 febbraio quando il minorenne, insieme agli indagati Carmelo Christian Patané, Maurizio Sottile, Gianluca Zimbone e Concetto Penna, usando anche delle pistole, hanno pestato due coetanei provocando delle ferite a uno dei due aggrediti.
In particolare, una delle vittime, dopo essere stata accerchiata dal branco, avrebbe ricevuto da uno degli indagati un colpo alla testa con il calcio della pistola e, subito dopo, una sequenza di calci e pugni dal gruppo. Nemmeno le ferite sanguinanti li avrebbero fermati. Un clima di tensione che, oltre a provocare una perdita sul fronte degli incassi, ha spinto alcuni dipendenti a cambiare turno o licenziarsi. Le indagini sono in corso per accertare il coinvolgimento di altri soggetti allo stato non destinatari di misure cautelari.