Il M5S all’Ars: “Sia rimosso il segretario generale di Alcamo”

SECONDO I PARLAMENTARI DELL’ARS DEL MOVIMENTO 5 STELLE IL DIRIGENTE DEL COMUNE E’ INCOMPATIBILE CON IL DECRETO LEGISLATIVO 39 DEL 2013. DA QUI LA LORO INTERROGAZIONE AL GOVERNO REGIONALE. IN REALTA’, COME RACCONTIAMO NELLA NOTA A MARGINE, PER I “PROFESSIONISTI DELL’ANTIMAFIA” LE LEGGI NON SI APPLICANO: SI INTERPRETANO…

Rimuovere il segretario generale del Comune di Alcamo. Lo chiedono in un’interrogazione al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all’assessore delle Autonomie locali e della funzione pubblica, Patrizia Valenti, i parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars.

I grillini chiedono di sapere “se il il Governo regionale intende porre in essere misure urgenti per obbligare il Sindaco di Alcamo ad applicare le disposizioni contenute nell’articolo 3 del decreto legislativo 39/2013”.

Il dirigente del Comune del Trapanese, Cristoforo Ricupati, è stato condannato in primo grado alla pena di reclusione di un anno per i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico.

Fatto, questo, che rende la sua carica incompatibile con quanto stabilito dal decreto legislativo numero 39 del 2013 citato nell’interrogazione, che all’articolo 3 recita: “A coloro che siano stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per uno dei reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, non possono essere attribuiti incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali”.

Una normativa che però è stata disattesa al Sindaco di Alcamo, Bastiano Bonventre, che, infatti, non ha ancora provveduto alla rimozione del segretario. Da qui l’atto dei parlamentari Cinquestelle, che mirano ad ottenere un provvedimento dal governo regionale che obblighi il sindaco alla rimozione del suo dirigente.

Nota a margine

Anche noi siamo caduti nell’ ‘errore’ in cui sono caduti i parlamentari grillini dell’Ars. Anche noi infatti, pensavamo – ‘errando’ – che il decreto legislativo n. 39 si applicasse anche Sicilia. Non è così. La Sicilia, in quanto governata da “Professionisti dell’Antimafia”, può fare a meno del decreto legislativo n. 39. Infatti tutti gli incarichi ‘inconferibili’, in Sicilia, sono diventati ‘conferibili’ se a usufruirne sono gli amici e i parenti dei “Professionisti dell’Antimafia”.

Il tema è capire se Alcamo può essere equiparata alla Regione siciliana. Secondo alcuni osservatori sì, perché, a tratti, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha detto di far parte del PD, Partito che esprime il Sindaco ad Alcamo.

Secondo altri osservatori ci potrebbero essere dei problemi legati al fatto che, da almeno un quindicennio, nel Trapanese, non è facile distinguere la mafia dall’antimafia, perché le due cose si fondono e si confondono. 

Emblematico il ‘caso’ delle pale eoliche: non si capisce, infatti, se i mafiosi sono quelli che le hanno realizzate o quelli che si opponevano. Per non parlare di Campobello di Mazara, dove l’antimafia è stata arrestata per mafia.

Noi propendiamo per l’interpretazione classica: il Comune di Alcamo, a nostro modesto avviso, non è tenuto a pagare il ‘dazio’: quindi il segretario generale può restare al suo posto.    

Come nella Sicilia degli anni ’50, ’60 e ’70 – anche se per motivazioni diverse rispetto ad allora – certe leggi, compreso il decreto legislativo n. 39, in certi momenti non si applicano: si interpretano…

Bastiano da Alcano ha ragione. E Cristoforo, in questo caso, diventa Fra Cristoforo… 

 


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