La Regione siciliana prepara una mega sanatoria edilizia?

LA NOTIZIA LA DA’ LA VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PALERMO, NADIA SPALLITTA. UNA STORIA ASSURDA, CHE PARTIREBBE DA UN PARERE DEL CGA CHE RIGUARDA UN SINGOLO CITTADINO. RESTA UNA DOMANDA: CHE PARTE STA GIOCANDO,. IN QUESTA STORIA, LA MAFIA?

La sanatoria edilizia tiene ancora banco nel dibattito politico al Comune di Palermo. A non mollare la presa è la vice presidente del Consiglio comunale, Nadia Spallitta. Ed è quest’ultima a denunciare che ci sarebbe pronta una circolare dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente per attuare una sanatoria edilizia in tutta la Sicilia. In totale violazione di legge.

Il tema è quello dell’ormai noto parere espresso dal Consiglio di giustizia amministrativa (Cga). Che, rispondendo a un cittadino di Milazzo, non immaginava certo di diventare oggetto del dibattito politico, alla Regione e in tanti Comuni dell’Isola. A cominciare, appunto da Palermo. Dove il Consiglio comunale, nei giorni scorsi, ha approvato un bizzarro ordine del giorno con il quale chiede all’Amministrazione comunale cose assai ‘strane’.

Come fu e come non fu, questa storia incredibile – perché è incredibile che la Regione amministrata dal ‘Rivoluzionario’ presidente Rosario Crocetta e l’Amministrazione comunale di Palermo si interessino della sanatoria di un terrazzo di un’abitazione di Milazzo! – è stata presa a cuore da Nadia Spallitta, che nella vita fa l’avvocato. E, stasera, è proprio lei, leggi alla mano, a mettere la parola fine a questa sceneggiata.

“Il parere del Cga – scrive Nadia Spallitta – ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo 373 del 2003 , è espressione di consulenza giuridico-amministrativa ed è stato adottato in sede meramente consultiva. Questo parere è obbligatorio, nel caso di ricorsi straordinari al Presidente della Regione siciliana, ma non è vincolante e non ha natura decisionale, come ha chiarito anche il Consiglio di Stato sez. I n.2763 del 2004. La giurisprudenza ha chiarito, altresì, che la decisione stessa del ricorso straordinario ha natura amministrativa e non giurisdizionale (Corte Cost. n.254/2004 , Cass. Civ. Sez. I 21567/2006, Corte Cost. n.78/1996, n. 31/1975, n. 298/1986, n. 56/2001, n.201/2001)”.

Secondo il Consiglio di Stato, inoltre, “il parere del Cga e la decisione, su ricorso straordinario, hanno natura esclusivamente amministrativa e non giurisdizionale – aggiunge la vice presidente del Consiglio comunale di Palermo – lo stesso non sono neanche suscettibili di esecuzione attraverso il giudizio di ottemperanza (CdS. 5036/2006, Cass. Civ.Sez. Unite n. 15978/2001)”.

“In altre parole – sottolinea – il parere del Cga, richiamato nell’Ordine dl giorno del Comune di Palermo e addirittura da una recentissima circolare regionale, che sembra aprire alla possibilità di sanatoria anche su illeciti abusivi realizzati in aree vincolate, in contrasto con le disposizioni della legge nazionale 326/ 2003, che vieta tali sanatorie, non ha forza giurisdizionale di sentenza, non è vincolante, può riguardare solo le parti del ricorso straordinario, non acquisisce efficacia di cosa giudicata e non è estensibile a soggetti estranei”.

Insomma: cari signori che sognavate una bella sanatoria edilizia in Sicilia e a Palermo, attaccatevi a tram!

Per Nadia Spallitta, “la vicenda, quindi, non è giuridica ma politica, dal momento che nessun obbligo e nessun pericolo di contenzioso può scaturire dal citato parere. Inoltre, se anche questo parere e la decisione del ricorso straordinario avessero avuto natura giurisdizionale (se si fosse trattato, quindi, di una sentenza), la giurisprudenza consolidata ha chiarito che non esiste alcun obbligo per le Amministrazioni pubbliche di estendere gli effetti di una sentenza passata in giudicato a soggetti estranei alla lite, titolari di posizioni analoghe (Giurisprudenza costante: ad esempio Tar Sicilia n. 3678 del 2010, Tar Marche n.110 del 2005, Consiglio di Stato 2143/2009, Tar Sicilia Catania n.760/2007 ed altre)”.

“In altre parole – aggiunge Nadia Spallitta – l’uso di questo parere è assolutamente strumentale; del resto, in senso contrario, alla sanabilità di abusi edilizi in aree vincolate si è espressa la Corte Costituzionale con numerose sentenze (da ultimo n.75/2005, n. 290/2009 ed altre, Corte di Cass. Sez. Pen. 48956/2004, 2467/2009 ed altre, Tar Sicilia 1666/2007 ed altre), che hanno chiarito la competenza esclusiva della legge statale in materia di sanatoria e di governo del territorio all’interno di un condono edilizio”.

“Ritengo, pertanto – dice ancora la vice presidente dell’assemblea di Sala delle Lapidi – che il problema non doveva essere neanche sollevato e che in Sicilia come in tutta Italia l’insanabilità su immobili vincolati, prescindendo dalla natura del vincolo e dalla presenza di pareri, debba considerarsi assoluta. L’eventuale sanatoria, in Sicilia, di questo genere di illeciti in aree vincolate, in primo luogo, non comporterà l’estinzione dei reati, per cui i cittadini correranno il rischio di subire ordini di demolizione da parte del giudice penale, che è tenuto ad applicare il condono nazionale. Infine è probabile che coloro che in questi 10 anni hanno subito il diniego della sanatoria e hanno dovuto ripristinare i luoghi, se dovesse passare il principio della sanabilità delle opere abusive in aree vincolate, potranno agire con azione di risarcimento dei danni, perché il diniego sarebbe stato allora illegittimo, perché sarebbe come affermare che il diniego era illegittimo”.

“A ciò aggiungo che con l’articolo 24 della legge 15/2004- conclude Nadia Spallitta – il condono nazionale è stato recepito in Sicilia. In conclusione, Il parere del Cga propone un’interpretazione delle leggi urbanistiche che non è vincolante per le Amministrazioni pubbliche. Per questi motivi ritengo che dal momento che si è in presenza di dubbi interpretativi, il legislatore regionale con una legge interpretativa debba chiarire la portata del recepimento di cui alla legge 15/2004, tenendo conto dei consolidati orientamenti della Suprema Corte Costituzionale e di Cassazione, secondo i quali la materia del condono, dei diritti soggettivi e delle fattispecie di reato, non può che essere affidata al legislatore statale. In questo contesto anche la recente circolare, che sembra recepire il parere del Cga, estendendone l’applicazione a tutto il territorio siciliano, annunciata dal Dipartimento Ambiente e Territorio, a mio avviso, può implicare un’assunzione di responsabilità (che compete al legislatore nazionale), che si discosta dal comportamento tenuto fino ad oggi dallo stesso assessorato regionale all’Ambiente, che negli ultimi 10 anni ha negato la sanabilità di abusi edilizi in aree sottoposte a vincolo”.

Qui apprendiamo che ci sarebbe una circolare dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che, di fatto, introdurrebbe in Sicilia una sanatoria edilizia in barba alla legge. Vero? Falso? Sarebbe opportuno che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore al Territorio e Ambiente, facciano chiarezza su questo nuovo scandalo.

Resta una domanda. Da anni la mafia insegue una sanatoria edilizia che l’Ars, per fortuna, non ha mai approvato. E nemmeno la magistratura amministrativa, ovviamente, si presta a questi giochi. E’ la politica, come ha opportunamente spiegato Nadia Spallitta, che sta provando a utilizzare in modo scorretto una storia che riguarda un caso singolo, e non ‘operazioni’ per miliardi di euro!

Da qui una domanda: che ruolo sta giocando in questa storia la mafia? 


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