Formazione: dipendenti ostaggi dei sindacati

Da Domenico Bruccoleri,  dipendente dello  Ial riceviamo e pubblichiamo una interessante riflessione sul ruolo dei sindacati nelle vertenze relative al settore della Formazione professionale

Preg.mo Direttore

il suo giornale si occupa, come pochi, delle difficili, impossibili, condizioni dei formatori e della incredibile e caotica condizione della formazione professionale in Sicilia. Tuttavia, seppure essa rappresenti il paradigma, delle condizioni in cui versa la Sicilia in ogni settore, essa,non riesce ad ottenere la dignità di essere rappresentata nella la sua drammaticità. Il gioco secondo cui a turno gridano i malcapitati, vittime del malgoverno, degli sprechi e della malversazione nella gestione della cosa pubblica, nasconde in realtà una mediocrità, incapace di fare emergere un arretramento sul piano dei diritti di cittadinanza, che pure in Sicilia, tra mille contraddizioni ottenevano ascolto dal Governo e dalle forze politiche in Assemblea Regionale.

Quella che chiamano la crisi dei partiti è la gestione, dei bisogni e delle difficoltà dei lavoratori, di una rappresentazione a richiesta di intervento. Un taxi che veicola e ritorna al punto di partenza finito il compito. Non piu’ una lettura di profonda lesione dei diritti contrattuali e legislativi, riconosciuti,almeno ancora formalmente, che limitano l’esercizio dei diritti di cittadinanza. Ma una sudditanza alla convinzione oramai diffusa che i sommovimenti che agitano la società, sono il frutto di azione dei cambiamenti che modificando un welfare, costoso e inefficace, deve portare via, per forza di cose, i diritti conquistati dai lavoratori ad una esistenza equa e dignitosa. Nella crisi di sistema in cui è precipitata la F.P. I gruppi di potere piu’ forti si rappresentano da soli, saltano la mediazione politica come elemento di mediazione, se non è efficace, e infatti, non lo è.

Allora, taluni, hanno un comportamento ancillare, che annullando ogni rappresentanza collettiva dei bisogni e delle emergenze, rende isolati i piu’ deboli, i lavoratori, a cui si rivolge una attenzione, compassionevole del Governo Regionale, appunto, come azione salvifica. Da qui l’ azione di contrasto inefficace del sindacato confederale a recuperare una dimensione collettiva della vertenza formazione, che scivola verso la deriva di considerare il degradato stato dei lavoratori del settore, una difficile condizione di gruppi. Lasciando morire l’ ancora tenue aspirazione dei lavoratori in un sindacato agente del cambiamento con la forza della sua rappresentatività tra i lavoratori.

Invece, sembra essere rassegnato ad una frammentazione della rappresentanza, in gruppi piu’ o meno numerosi, considerando fastidiosi i richiami a uno sforzo unitario collettivo che faccia cessare la macelleria in corso. Nessuno sembra rendersi conto che le rendite di posizione in questo contesto, presto o tardi lasceranno il posto a nuovi equilibri e che l’ incapacità di unire prepara il terreno, della battaglia degli orazi contro i curiazi che sta cominciando e di cui i lavoratori della formazione professionale sono un ostaggio che nessuno vuole liberare. Spero che possa pubblicare questa nota, perchè confido ancora in una riserva di valori che ciascuno quale che sia il suo ruolo, metta a disposizione degli altri.
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