Il mondo produttivo siciliano boccia la bozza di bilancio approvata dalla giunta regionale, che proprio stamattina, si era attirata anche le critiche feroci della commissione finanze dell'ars:
Anche le imprese bocciano la Finanziaria targata Crocetta-Bianchi
Il mondo produttivo siciliano boccia la bozza di Bilancio approvata dalla Giunta regionale, che proprio stamattina, si era attirata anche le critiche feroci della Commissione Finanze dell’Ars:
“Una Finanziaria che esclude e penalizza il mondo produttivo. La bozza approvata dalla Giunta regionale è priva di qualsiasi strumento di rilancio del tessuto economico siciliano, ormai in ginocchio”. Lo affermano le Associazioni di imprese del Tavolo regionale permanente per la crescita e lo sviluppo costituito da Agci, Casartigiani, Claai, Cna, Confartigianato, Confcooperative, Confesecenti, Confindustria, Legacoop.
“Non è certamente il testo che ci aspettavamo – dice Filippo Ribisi segretario di Confartigianato e coordinatore del Tavolo – poiché contiene numerosi segnali in controtendenza rispetto ai gravissimi problemi del sistema produttivo dell’Isola. Sono diversi i punti che ci preoccupano e per i quali chiediamo al Governo e al Parlamento di compiere scelte in grado di rispondere alle esigenze delle imprese che oggi sopravvivono a fatica”.
“È giusto pensare ai precari – commenta Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia – ma è una miopia non puntare sul rilancio delle piccole e medie imprese. Ricordiamoci che quando una impresa muore, porta con sé know how e lavoratori, oltre a cancellare un pezzo di storia del tessuto economico dell’Isola. E su questo non possiamo transigere”.
“Siamo – ammonisce Elio Sanfilippo, presidente di Legacoop – contrari nel modo più assoluto alla possibilità di reiterare il modello di una ‘Regione imprenditrice’, che già nel passato si è rivelato fallimentare e di cui ancora oggi paghiamo le spese”.
Le Associazioni chiedono alla Regione innanzitutto di farsi promotrice verso il governo nazionale della richiesta di deroga al Patto di Stabilità per tutti gli investimenti cofinanziati con i Fondi strutturali.
“Come farà infatti- si chiedono le categorie- la Sicilia a spendere da qui a giugno 2015 il 65 per cento delle risorse europee disponibili senza sforare il Patto? O si pensa che la soluzione possa essere quella di non erogare i pagamenti dovuti così da dare il colpo di grazia a quelle imprese che oggi, nonostante tutto, continuano ad assicurare posti di lavoro e entrate tributarie a questa Regione? Piuttosto il Governo si assuma la responsabilità di violare il vincolo imposto dal Patto di Stabilità. È impossibile non rendersi conto che se si vogliono misure per la crescita è necessario assicurare gli investimenti. E, al contempo, garantire il credito agevolato alle imprese di tutti i settori e il taglio dei costi della Pubblica amministrazione”.
Davanti alla sordità della politica, il Coordinamento interverrà presso il Commissario dello Stato, dal quale comunque dovrà passare il Testo approvato in sede parlamentare.