Il Capo della Polizia conferma: “Troppi tagli, dimnuisce il servizio di sicurezza per i cittadini”

Un fatto è certo. I nostri ‘cari’ politicanti stanno giocando col fuoco. Il problema è che, a correre il rischio di ‘bruciarsi,  sono i cittadini. I tagli scriteriati imposti dalle manovre finanziarie dei Governi nazionali, piegate  ai diktat delle oligarchie finanziarie europee, non solo stanno affamando le classi più deboli, ma stanno mettendo a rischio il comparto della sicurezza.

L’allarme è serio. Ieri, abbiamo descritto questo quadro con due articoli molto apprezzati dai nostri lettori. Uno a firma di Franco Cascio e l’altro a firma di Pippo Giordano (li trovate in allegato, in calce). Articoli in cui si dice chiaramente che le forze di polizia sono allo stremo, che per la prima volta c’è uno scollamento tra la categoria e il Ministero di riferimento, che ormai non sono più in grado di garantire il diritto alla sicurezza. E che, senza ombra di dubbio, le responsabilità sono di politici, a cui evidentemente, manca il senso dello Stato.

Oggi, l’analisi viene pienamente confermata dal Capo della Polizia, Alessandro Pansa: “Troppi tagli, diminuisce il servizio di sicurezza reso ai cittadini”. Ogni tanto qualcuno mi chiede di aumentare il livello dei controlli in alcune città o in alcune parti del Paese. Voglio essere chiaro con tutti: oggi non siamo in grado di accrescere la sicurezza in nessuna parte del territorio”.

E’ la prima volta che arriva un segnale così forte: “È pacifico – ha sottolineato Pansa – che in questo momento noi stiamo offrendo un servizio di sicurezza inferiore al passato”.

Non solo.  C’è il sospetto che  i tagli possano penalizzare il comparto della sicurezza a favore di quello della Difesa, impegnato da anni nelle “pattuglie miste” e in compiti di presidio di obiettivi a rischio nelle città. “Bisogna chiarire – ha dichiarato – chi ha la legittimità dell’uso della forza nell’ambito della sicurezza”. “Perché  se spostiamo l’asse verso il sistema militare, creiamo qualche scompenso anche rispetto ai principi costituzionali”.

Un ‘altra conferma di come i tagli e le tasse imposte ai cittadini di certo, non sono pensati per il bene comune.  Il tutto, mentre, come abbiamo scritto ieri, il ministro dell’Interno è  occupato a formare un nuovo partito.  Il ministro di Giustizia è impegnato a telefonare. Il Capo dello Stato, invece è stato impegnato a distruggerle le telefonate. E il primo ministro Letta è impegnato a verificare se ha le “palle d’acciaio”.

La sicurezza può attendere…

 

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